giovedì 11 maggio 2017

44 Passi di F.C ( 2.0)

Primo passo. Imbocco lentamente un lungo tunnel della metropolitana in Stazione Centrale a Milano. Una corrente d’aria fresca mi investe, opponendosi piacevolmente al mio avanzare madido di sudore. Sono circondato da rumori di passi e voci sommesse. I fianchi morbidi di una ragazza mi ondeggiano davanti, richiamando violentemente la mia attenzione e , la voce dell'uomo che ogni giorno , nello stesso punto, chiede a mani imploranti un pezzo di pane mi ricorda prepotentemente la drammaticità di noi poveri umani. Il sesso e la precarietà del vivere mi si materializzano davanti quando , all'improvviso, l'odore del sudore altrui frammisto ad effluvi olezzanti di troppi deodoranti offendono le mie narici. Proseguo. Lo sguardo di una ragazza che trascina il suo cigolante trolley sembra promettere il paradiso. E’ un attimo. Precipito a terra, trascinato nuovamente dal suono della voce implorante dell’anziano uomo che chiede pane e dai commenti incomprensibili di una coppia asiatica nel sentire quella richiesta universale non necessaria di alcuna traduzione per intenderla. Ho pensato: “Che vita di merda!”. Anche lì un attimo. Un uomo mi fissa ed accenna un sorriso … almeno credo!. “Che avrà da sorridere quel tipo?”, inizio a domandarmi. Non faccio in tempo a dare una risposta alla domanda generata dalle mie sempre fedeli insicurezze che , inconsapevolmente, sfrego con la suola della scarpa destra il pavimento di plastica del tunnel. Tanto basta per farmi dimenticare l’inutile domanda che mi ero posto un nano secondo prima. Alzo lo sguardo ed evito ,con un piccolo scarto verso sinistra, due ragazzi davanti a me che hanno rallentato il passo perché mollementi distratti dal seno giunonico di una giovane donna, forse una turista, che si sta orientando , domandandosi, se ha imboccato la strada giusta per raggiungere la stazione ferroviaria. Penso che vorrei tanto aiutarla a trovare la via giusta ma in men che non si dica lo slancio da buon sammaritano è travolto dal mio tedioso “grillo parlante” che , inopportunamente, incenerisce la mia innocua fantasia. Le luci dei neon , le voci indistinte,gli odori molesti ed gli infiniti movimenti di gambe e braccia sono talmente anonimi che, se non fosse per le poche parole di italiano che percepisco, potrebbero essere facilmente collocabili in un’altra città. Londra, New York ,Parigi, Madrid e Milano sono gemelli nei mille cunicoli di una metropolitana. Immagini , suoni, odori e pensieri scoperchiano, sollecitano e frullano la mia mente. Sono stanco. L'improvvisa e non richiesta domanda : "Che cazzo ci faccio qui ?" mi assale violentemente con tutto il fastidioso peso dell'assurda certezza che non c'e' alcuna possibile risposta. Cammino fino a raggiungere la base della rampa delle scale. Devo uscire...voglio uscire. Ho contato i passi, sono al quarantaquattresimo. Due gradini alla volta, salgo velocemente fino in superficie dove sono abbagliato dalla luce estiva del sole che inizia ad illuminare con forte intensità la città brullicante come un formicaio intorno a me.

Nessun commento:

Posta un commento