lunedì 12 agosto 2019

Chimica dell'insurrezione di R. Bertoldo

La violenza è il primo strumento degli stupidi, ma anche l'ultima possibilità per i poveri di ogni epoca e di ogni paese.  Quando la distanza tra i potenti e la gente si fa troppo grande, quando il popolo senza pane e dignità viene mandato a mangiare brioches, il rispetto per il governo non è più dovuto. La rivolta è dietro l'angolo, quando il potere dei pochi diventa sopruso sui molti. Senza incitare all'insurrezione, questo libro esorta la collettività a difendersi dal totalitarismo, ossia dal disprezzo per i bisogni delle classi più povere.

"La difficoltà della lotta richiede il ripristino delle proprie doti intellettuali.La vera cultura , oggi in gran parte sommersa,deve essere riscoperta, gli uomini devono rieducarsi, smettendola di scimmiottare la classe al potere facilmente lusingatrice.La fatica intellettuale è alla base della libertà, senza di essa non si può combattere la violenza strisciante che è alla base della nostra subordinazione"

"Un popolo che voglia salvaguardare i valori della vita, sui quali soli può poggiare il senso della propria attività, ha il compito pressante di uccidere le opinioni, prima di tutto. Deve produrre idee, smettere ogni forma di venerazione, ogni timore reverenziale, deve comprendere appieno il senso dell'uguaglianza e il potere della propria mente autonoma e critica.Ogni uomo dotato di cervello operativo,di sensi allertati,di corpo appassionato ha un potere identico a quello di chi comanda e questa potenzialità deve proteggerla e concretizzarla"