martedì 29 settembre 2020

lunedì 28 settembre 2020

domenica 27 settembre 2020

martedì 22 settembre 2020

Comici spaventati guerrieri di Stefano Benni

 



Sarà che sono un pò "scazzatello" ma durante la lettura di questo libro ho applicato la seconda legge del lettore : "Il diritto di saltare le pagine", il cui testo enuncia :"se il libro è noiso, abbiamo il diritto di saltare qualche pagina, nella speranza che la narrazione migliori, che la trama diventi più avvincente, che il saggio sia meno soporifero. O per arrivare il primo possibile all'ultima pagina"

domenica 20 settembre 2020

La testa ci fa dire. Dialogo con Andrea Camilleri di M. Sorgi

 


Una piacevole chiaccherata con Andrea Camilleri sui temi più vari, dalla famiglia all’impegno politico e letterario, dai personaggi dei suoi romanzi, alla storia, dalla giovinezza al teatro ,accompagnati da una infinita serie di aneddoti e ricordi.

Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac

 



"Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il "capro espiatorio". Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una "zia" maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una "zia" femmina super-sexy, ritratto irresistibile del giornalismo alla "Actuel", una misteriosa guardia notturna serba, un cane epilettico. Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull'orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un'altalena tra divertimento e suspence, tra una Parigi da Misteri di Sue e una Parigi post-moderna dove proliferano i piccoli e grandi "orchi" che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore d'invenzione, un talento fuori delle scuole come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l'arma che lui stesso così definisce nel libro: 'l'umorismo, irriducibile espressione dell'etica'." (Stefano Benni)

martedì 15 settembre 2020

Wabi-sabi per artisti, designer, poeti e filosofi di Leonard Koren

 



Il Wabi-Sabi, come concetto se di concetto si tratta, ruota nell'indefinito e nell' inafferrabile . Simile ai Sentimenti che non possono essere inquadrati con certezza assoluta dalla mente umana. Il Wabi-Sabi si sente e si vive senza comprenderlo nella sua interezza.La sua natura risulta sfuggente e sfumata e viene splasmata dal Tempo. D'altro canto l'inverso è certo . Tutto ciò che non è Wabi-Sabi lo si riconosce subito.

N.B. : Iemoto; Muraka Shuko,Sen no Rikyu,Cerimonia del Tè

lunedì 14 settembre 2020

Un viaggio elettorale di Francesco De Sanctis


Un viaggio elettorale di Francesco De Sanctis viene pubblicato a puntate in appendice alla «Gazzetta di Torino» nel 1875, dunque esattamente quattordici anni dopo l’atto di nascita del nuovo Stato unitario. Sebbene il libro si svolga quasi tutto in Irpinia, è impossibile negare che quello spicchio di Penisola rifletta alcuni dei caratteri più tipici dell’intera nazione, cosicché l’itinerario desanctisiano assume senz’altro un valore paradigmatico, fornendo una istantanea dell’Italia di allora.
Tornato nelle sue terre d'origine dopo più di quarant'anni, in occasione delle elezioni del 1875, De Sanctis stilò questo straordinario, puntuale documento sulle condizioni di vita della società meridionale dell'epoca, il mondo dei proprietari terrieri, dei borghesi 'galantuomini', delle masse contadine, delle alleanze e degli intrighi di un periodo della politica italiana noto appunto come il periodo del 'trasformismo'



 

domenica 13 settembre 2020

Caino di José Saramago

 



A vent'anni dal "Vangelo secondo Gesù Cristo", José Saramago torna a occuparsi di religione. Se in passato il premio Nobel portoghese ci aveva dato la sua versione del Nuovo Testamento, ora si cimenta con l'Antico. E sceglie il personaggio più negativo, la personificazione biblica del male, colui che uccide suo fratello: Caino. Capovolgendo la prospettiva tradizionale, Saramago ne fa un essere umano né migliore né peggiore degli altri. Il dio che viene fuori dalla narrazione è un dio malvagio, ingiusto e invidioso, che non sa veramente quello che vuole e soprattutto non ama gli uomini. È un dio che rifiuta, apparentemente solo per capriccio e indifferenza l'offerta di Caino, provocando così l'assassinio di Abele. Il destino di Caino è quello di un picaro che viaggia a cavallo di una mula attraverso lo spazio e il tempo, in una landa desolata agli albori dell'umanità. Ora da protagonista, ora da semplice spettatore, questo avventuriero un po' mascalzone attraversa tutti gli episodi più significativi della narrazione biblica: la cacciata dall'Eden, le avventure con l'insaziabile Lilith, il sacrificio di Isacco, la costruzione della Torre di Babele, la distruzione di Sodoma, l'episodio del vitello d'oro, le prove inflitte a Giobbe, e infine la vicenda dell'arca di Noè

martedì 8 settembre 2020

Tony Pagoda e i suoi amici di Paolo Sorrentino

 



Libro sulla nostalgia... ma quanto è bello lo scherzo fatto alla Sig.ra Allegra Belli !

sabato 5 settembre 2020

La mite di Fedor Mihajlovic Dostoevskij

 


«Immaginate un uomo la cui moglie, suicidatasi alcune ore prima gettandosi dalla finestra, sia stesa davanti a lui su un tavolo» scrive Dostoevskij nel presentare ai lettori questo racconto perfetto, che di quell'uomo restituisce, con stenografica precisione, il soliloquio delirante e sconnesso, tutto esitazioni, ripetizioni, contraddizioni, pause, balbettii, ripensamenti. Di lui sentiamo i gemiti, e perfino l'eco dei passi che tornano in continuazione al cadavere steso sul tavolo. L'uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato da un illustre reggimento con l'accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un giusto, ma nemmeno un inveterato criminale. E semmai parente stretto dell'Uomo del sottosuolo, con cui ha in comune la rabbia dell'individuo rifiutato dalla società, l'istinto dell'animale braccato. Sragionando ad alta voce, cerca di capire e ricostruire le cause della catastrofe. Ha amato la Mite, ma torturandola con le parole e ancor più con il silenzio, con il perverso «sistema» ideato per vendicarsi di un'antica offesa e ritrovare la dignità perduta. E ora continua a chiedersi: «Perché questa donna è morta?». Genio guastatore, maestro nel far saltare i ponti dei legami causali, Dostoevskij gli nega - e lo nega ai lettori - il sollievo di una spiegazione univoca, definitiva. E il monologo si sgretola in un dialogo con immaginari interlocutori: giudici? avvocati d'ufficio? fantasmi?