martedì 13 settembre 2011

Le opinioni di un clown di Heinrich Böll

"I cattolici mi rendono nervoso perché sono sleali"
"E i protestanti?" domandò ridendo .
"Quelli mi fanno star male con quel loro pasticciare intorno alla coscienza"
"E gli atei?" Rideva ancora.
"Quelli mi annoiano perché parlano sempre di Dio."
"E lei che cos'e', in conclusione ?"
"Io sono un clown" risposi " attualmente molto migliore delle mie quotazioni...".
 Siamo in Germania durante gli anni 60. Hans Schnier, figlio di una ricca famiglia di industriali per vivere fa  il clown. Parlando di sè dice :"attore comico, non pago tasse per nessuna Chiesa, ho ventisette anni e uno dei miei numeri si chiama arrivo e partenza: una (quasi troppo) lunga pantomima in cui lo spettatore fino alla fine confonde arrivo e partenza”. Sta attraversando un momento difficile della propria esistenza. Ha perso il lavoro  ed una "quasi" moglie. Per una artista "monogamo" è il peggior incubo. Una serie di telefonate e di incontri si trasformeranno in occasioni per esprimere le proprie opinioni che, alimentate dal rancore, diverranno feroci accuse rivolte alla società opulenta e materialista in cui vive, un mondo che ha smarrito la propria anima, che cerca di "rifarsi una verginità morale e politica, puntualmente smascherata dalle rievocazioni del protagonista".

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