mercoledì 14 settembre 2011

Quarantaquattro passi di F.C.

Cammino a passo spedito lungo il sottopassaggio della metropolitana. Rumori di passi e voci sommesse mi assediano. Un magnifico culo mi ondeggia davanti ipnotizzando  la mia attenzione e la voce dell'uomo che ogni giorno , nello stesso punto, chiede a mani imploranti un pezzo di pane mi ricorda la drammaticità dell'esistenza.Il sesso e la precarietà del vivere si materializzano quando, all'improvviso, realizzo che l'odore del sudore altrui  frammisto a effluvi di profumi di deodoranti  stanno offendono le mie narici. Vado avanti e lo sguardo di una ragazza che trascina un trolley  sembra promettere il paradiso. E’ un attimo. Precipito nuovamente a terra, trascinato dal suono della voce implorante dell’anziano uomo che chiede pane e dai commenti incomprensibili di una coppia asiatica nel sentire quella richiesta universale non necessaria di alcuna traduzione per intenderla. Ho pensato: “Che vita di merda!”. Anche lì un attimo. Un uomo mi fissa ed accenna un sorriso… almeno credo!. “Che avra’ da ridere quel tipo?” inizio a domandarmi. Non ho tempo per dare una risposta a quella domanda cosi immediata quanto generata dalle mie insicurezze che striscio con la suola della scarpa destra sul pavimento di plastica del  tunnel. Tanto basta per farmi dimenticare la domanda che mi ero posto un nano secondo prima.  Alzo lo sguardo e ed evito con un piccolo scarto verso sinistra di tamponare due ragazzi davanti a me. In così pochi passi , mille immagini ,suoni, odori e pensieri scoperchiano, e frullano la mia mente. L'improvviso e non richiesto pensiero : "Che ci faccio qui ?" mi assale con tutto il  fastidioso peso dell'assurda certezza che non c'e' alcuna risposta alla domanda . Cammino fino alla rampa delle scale. Due gradini alla volta, salgo velocemente fino ad essere abbagliato dalla luce del sole estivo che inizia ad illuminare con forte intensità la città che brullica intorno a me.          

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