giovedì 23 giugno 2011

Maestro Domenico di Narciso Pelosini

"Maestro Domenico era una buona pasta di campagnuolo senza grilli, né frasche; con poche idee ma precise: buon cristiano e galantuomo di stampa antica". Suddito fedele di sua altezza il Granduca di Toscana e fedele alla Chiesa Santa e Cattolica di Roma, i suoi giorni trascorrono tranquilli e sicuri.Questo falegname solerte ed economo, questo puntiglioso e rispettoso maestro di scuola, sa anche godersi, a modo suo, la vita, contento.Al cader d'ogni giorno, ha la sua pausa con una buona pipata di tabacco.Al cader di ogni anno, per un'intera giornata, se ne va " a diporto sul monte pisano": parte al mattino, provvisto di pane companatico e vino, e torna a casa la sera, "cantando le ottave del Tasso". In una di queste scampagnate succede il fatto strano. Si addormenta e per motivi ignoti si risveglia dopo alcuni anni quando oramai l'unificazione d'Italia è cosa  fatta. Per il povero Maestro Domenico le sorprese dovute al cambiamento di "regime" saranno tantissime ed alla lunga insopportabili. L'autore , ridendo e scherzando, si dimostra uno spietato critico dell'unificazione sabauda e mostra un notevole coraggio nel pubblicare l'opera , dato che ci troviamo nel 1871 , ad un anno dalla presa di Porta Pia.

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