martedì 25 gennaio 2011

La versione di Barney di Mordecai Richler

E' uno di quei libri che non ammettono  mezzi termini. O lo si ama o lo si odia. Sicuramente se ci si lascia "spossare" dalle prime cento pagine lo si potrebbe odiare. La parte relativa a Clara e al soggiorno parigino è  un "sincretismo eccessivo" di  nomi, luoghi, salti temporali che potrebbero indurre i più dei lettori a chiudere il libro con un "uffa liberatorio" e ad abbandonarlo tra i libri mezzi letti della propria biblioteca casalinga ma,  se si resiste un pò la "creatura" di Mordecai potrà assicurarsi un posticino nel nostro cuore.
Così,sullo sfondo di Montreal,  tra qualche whisky, una boccata di sigaro Montecristo e la passione sfrenata per l'Hockey , il protagonista Barney Panofsky ripercorre la sua vita. Tre donne, tre matrimoni. Il più importante quello con Miriam, unico grande amore del nostro antieroe per la quale si ha la possibilità di leggere tenere parole. Uso il termine antieroe perchè durante la lettura si rischia seriamente di "odiare" Barney per quello che dice e che fa per poi pensarla come lui qualche pagina più avanti. Sicuramente un personaggio sopra le righe e fuori dai soliti conformismi sociali.  Un pò burbero ed egoista, ma grazie alla sua umanità, riesce a "redimersi" agli occhi del lettore che lo conosce piano piano durante la lettura.

1 commento:

JJ ha detto...

Ho visto solo il film...e forse come il libro divide il pubblico, almeno dal punto di vista delle emozioni....chi alla fine piange...e chi, seppur, con un finale....(non lo dico per chi deve ancora vederlo)...con un senso complessivamente di positività per il tipo di vita che conduce il protagonista...io appartengo a quest'ultimo....voi?;)

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