lunedì 29 maggio 2017

Guida alla lettura dei padri della chiesa di Claude Mondesert

"La presente opera del padre Claude Mondésert, attuale direttore di « Sources Chrétiennes », vuole essere uno stimolo ad accostarsi ai Padri della chiesa e al contempo offrire un criterio per consentire al lettore di ritrovarsi nella molteplicità delle opere e delle edizioni. A questo scopo essa fornisce i dati essenziali bio-bibliografici dei Padri della chiesa fino al XIV secolo; indica l'edizione moderna delle loro opere e ne dà un giudizio in modo da aiutare i lettori nella scelta delle eventuali lettureUn piccolo ma indispensabile strumento per accostarsi al ricco patrimonio della tradizione cristiana" [ dalla quarta di copertina].


Utile manualetto (120 pagine) di consultazione.

domenica 21 maggio 2017

Il Quarto Stato a cura di Aurora Scotti Tosini

Del più famoso quadro di Pelizza da Volpedo, datato 1901, la critica ha dato nel corso dei vari decenni molteplici interpretazioni. Molto meno noto è il significato che al quadro attribuiva il suo autore, la cui figura di artista non è molto conosciuta. In questo volume si intende dare conto della lunga elaborazione dell'opera, dei molti studi preliminari e delle diverse versioni.
Il quarto stato raffigura un gruppo di braccianti che marcia in segno di protesta in una piazza, presumibilmente quella Malaspina di Volpedo. L'avanzare del corteo non è violento, bensì lento e sicuro, a suggerire un'inevitabile sensazione di vittoria: era proprio nelle intenzioni del Pellizza dare vita ad «una massa di popolo, di lavoratori della terra, i quali intelligenti, forti, robusti, uniti, s'avanzano come fiumana travolgente ogni ostacolo che si frappone per raggiungere luogo ov'ella trova equilibrio». Assai pregnante è anche il significato del dipinto, che si discosta da quello dei precedenti Ambasciatori della fame e Fiumana: mentre prima Pellizza voleva solo disegnare una manifestazione di strada, come già avvenuto con altre opere coeve (tra cui La piazza Caricamento a Genova di Nomellini e L'oratore di sciopero di Longoni), ora intende celebrare l'imporsi della classe operaia, il «quarto stato» per l'appunto, a fianco al ceto borghese.

giovedì 11 maggio 2017

44 Passi di F.C ( 2.0)

Primo passo. Imbocco lentamente un lungo tunnel della metropolitana in Stazione Centrale a Milano. Una corrente d’aria fresca mi investe, opponendosi piacevolmente al mio avanzare madido di sudore. Sono circondato da rumori di passi e voci sommesse. I fianchi morbidi di una ragazza mi ondeggiano davanti, richiamando violentemente la mia attenzione e , la voce dell'uomo che ogni giorno , nello stesso punto, chiede a mani imploranti un pezzo di pane mi ricorda prepotentemente la drammaticità di noi poveri umani. Il sesso e la precarietà del vivere mi si materializzano davanti quando , all'improvviso, l'odore del sudore altrui frammisto ad effluvi olezzanti di troppi deodoranti offendono le mie narici. Proseguo. Lo sguardo di una ragazza che trascina il suo cigolante trolley sembra promettere il paradiso. E’ un attimo. Precipito a terra, trascinato nuovamente dal suono della voce implorante dell’anziano uomo che chiede pane e dai commenti incomprensibili di una coppia asiatica nel sentire quella richiesta universale non necessaria di alcuna traduzione per intenderla. Ho pensato: “Che vita di merda!”. Anche lì un attimo. Un uomo mi fissa ed accenna un sorriso … almeno credo!. “Che avrà da sorridere quel tipo?”, inizio a domandarmi. Non faccio in tempo a dare una risposta alla domanda generata dalle mie sempre fedeli insicurezze che , inconsapevolmente, sfrego con la suola della scarpa destra il pavimento di plastica del tunnel. Tanto basta per farmi dimenticare l’inutile domanda che mi ero posto un nano secondo prima. Alzo lo sguardo ed evito ,con un piccolo scarto verso sinistra, due ragazzi davanti a me che hanno rallentato il passo perché mollementi distratti dal seno giunonico di una giovane donna, forse una turista, che si sta orientando , domandandosi, se ha imboccato la strada giusta per raggiungere la stazione ferroviaria. Penso che vorrei tanto aiutarla a trovare la via giusta ma in men che non si dica lo slancio da buon sammaritano è travolto dal mio tedioso “grillo parlante” che , inopportunamente, incenerisce la mia innocua fantasia. Le luci dei neon , le voci indistinte,gli odori molesti ed gli infiniti movimenti di gambe e braccia sono talmente anonimi che, se non fosse per le poche parole di italiano che percepisco, potrebbero essere facilmente collocabili in un’altra città. Londra, New York ,Parigi, Madrid e Milano sono gemelli nei mille cunicoli di una metropolitana. Immagini , suoni, odori e pensieri scoperchiano, sollecitano e frullano la mia mente. Sono stanco. L'improvvisa e non richiesta domanda : "Che cazzo ci faccio qui ?" mi assale violentemente con tutto il fastidioso peso dell'assurda certezza che non c'e' alcuna possibile risposta. Cammino fino a raggiungere la base della rampa delle scale. Devo uscire...voglio uscire. Ho contato i passi, sono al quarantaquattresimo. Due gradini alla volta, salgo velocemente fino in superficie dove sono abbagliato dalla luce estiva del sole che inizia ad illuminare con forte intensità la città brullicante come un formicaio intorno a me.

martedì 9 maggio 2017

Pirro Vitali. Fotografie (1855-1875) di D. Mormorio, E. Toccaceli

I primordi della fotografia italiana rimangono ancora avvolti in una sorta di mistero. I dati di cui disponiamo, infatti ci permettono di tracciarne soltanto una storia di massima. La scarsità di fonti che riguardano il primo periodo, nonchè la carenza di raccolte fotografiche pubbliche hanno in Italia segnato il lavoro dello storico della fotografia, che ha dovuto cercare fra i ricordi di famiglia di privati cittadini, nei registri parrocchiali, cosi' come negli archivi di Stato, all'anagrafe e finanche nei cimiteri.
Forse, Pirro Vitali, alcuni dicono certamente, fu il primo fotografo umbro di cui si abbia notizia e documentazione. Nato a Perugia nel 1837, iniziò a dedicarsi alla tecnica della fotografia  intorno al 1850. Pirro era un farmacista, e questo, lo aiuto molto nel maneggiare i prodotti chimici che all'epoca erano fondamentali per la fotografia. Dei suoi lavori non ci è pervenuto molto ma , quanto basta per farci un'idea, anche se non a tutto tondo, della sua tecnica fotografica ed il testo edito da Sellerio ne è un esempio.

sabato 6 maggio 2017

Rapporto 2016-2017 Amnesty International


Letteratura Latina e Letteratura Greca di P. Grimal

"Perchè la nostra società non diventi disumana ( si condannerebbe all'automatica scomparsa) è vitale che nelle sue strutture profonde si conservi umanistica "

venerdì 5 maggio 2017

Sir Thomas More di Shakespeare

"Immaginate allora di vedere gli stranieri derelitti,
coi bambini in spalla, e i poveri bagagli
arrancare verso i porti e le coste in cerca di trasporto,
e che voi vi asseggiate come re dei vostri desideri
– l’autorità messa a tacere dal vostro vociare alterato –
e ve ne possiate stare tutti tronfi nella gorgiera della vostra presunzione.
Che avrete ottenuto? Ve lo dico io: avrete insegnato a tutti
che a prevalere devono essere l’insolenza e la mano pesante
Vorreste abbattere gli stranieri,
ucciderli, tagliar loro la gola, prendere le loro case
e tenere al guinzaglio la maestà della legge
per incitarla come fosse un mastino. Ahimè, ahimè!
Diciamo adesso che il Re,
misericordioso verso gli aggressori pentiti,
dovesse limitarsi, riguardo alla vostra gravissima trasgressione,
a bandirvi, dov’è che andreste? Che sia in Francia o Fiandria,
in qualsiasi provincia germanica, in Spagna o Portogallo,
anzi, ovunque non rassomigli all’Inghilterra,
orbene, vi trovereste per forza ad essere degli stranieri.
Vi piacerebbe allora trovare una nazione d’indole così barbara
che, in un’esplosione di violenza e di odio,
non vi conceda un posto sulla terra,
affili i suoi detestabili coltelli contro le vostre gole,
vi scacci come cani, quasi non foste figli e opera di Dio,
o che gli elementi non siano tutti appropriati al vostro benessere,
ma appartenessero solo a loro? Che ne pensereste
di essere trattati così? Questo è quel che capita agli stranieri,
e questa è la vostra disumanità da senzadio."

giovedì 4 maggio 2017

La fuga in Egitto di Mario Claudio

"La fuga in Egitto" è un testo costituito da sette monologhi il cui pretesto è l'omonimo quadro di Giambattista Tiepolo. Ogni monologo ha come protagonista uno dei cinque personaggi del quadro più lo stesso Tiepolo. Le figure si abbandonano alle emozioni e agli impulsi suscitati dall'esilio: Giuseppe libera la propria paura; l'asinello l'umile orgoglio; Maria il senso della predestinazione; l'Arcangelo bianco l'ardimento e quello nero il risentimento; il Bambino la consapevolezza del proprio destino. Storie in cui alla libertà dell'immaginazione Mario Claudio affianca passi delle Sacre Scritture che rimandano, a loro volta, ad altre opere di Tiepolo.

mercoledì 3 maggio 2017

Auschwitz. Storia del lager 1940-1945 di Otto Friedrich

Il 12 maggio 1942 giunge ad Auschwitz, il campo di concentramento che Himmler aveva voluto far sorgere a tempo di record a 50 chilometri da Cracovia, un nuovo convoglio di ebrei. Essi per la prima volta non vengono né internati, né rasati, né selezionati per le squadre di lavoro, né picchiati o uccisi a colpi di pistola. Vengono inviati direttamente nelle camere a gas. "Così", scrive Friedrich, "Auschwitz diventò quello che da sempre era destinato a diventare: non un campo di prigionia, ma un 'Vernichtungslager', un campo di sterminio". 'Vernichtung', in tedesco, ha un significato ancor più forte e terribile di sterminio: vuol dire trasformare in nulla, annientare. E questo è avvenuto ad Auschwitz, dove milioni di vittime sono state annientate con una ferocia che ai credenti ha fatto chiedere, disperati: "Perché Dio ha permesso che ciò accadesse?". Contro ogni amnesia e tentazione revisionistica, il testo di Freidrich, impostosi come la più documentata ricostruzione della vita quotidiana nel lager nazista, ci ricorda che il genocidio del popolo ebraico pinificato dai nazisti è l'evento centrale di questo secolo: quello che divide la storia umana in prima e dopo Auschwitz.