mercoledì 21 agosto 2013

Il caso Redureau di A. Gide

"È un ragazzo intelligente, ha conseguito il diploma di studi primari. Nessuno ha mai avuto a lamentarsi di lui in nessun senso, né i suoi padroni, né i compagni, né la gente del paese. Non ha mai manifestato cattivi istinti, non è litigioso e non si è mai mostrato crudele con gli animali." Il 30 settembre 1913 un ragazzo di quindici anni, all'improvviso, senza che si riesca a capire perché, massacra la famiglia di agricoltori presso cui prestava servizio. I moventi di questo delitto non sono né il furto, né la gelosia, né l'odio, né un amore contrastato, niente insomma che si possa riconoscere e catalogare.Pubblicato nel 1930, Il caso Redureau ricostruisce un fatto realmente accaduto che sfugge a ogni tentativo di spiegazione. Interessato all'interno funzionamento della macchina dei tribunali, fin dai giorni in cui era stato fra i giurati della Corte d'Assise di Rouen - esperienza dalla quale trasse i Ricordi della Corte d'Assise del 1914 - André Gide nel 1930 fondò una collana di memorie giudiziarie dal nome programmatico «Ne jugez pas». Non cause celebri, precisava, ma documentazione «la più autentica possibile» di casi limite, capaci di mostrare della giustizia il nudo meccanismo nell'atto del suo girare a vuoto, la logica vera, oltre la favola. Il caso Redureau ne fu il primo titolo.

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