giovedì 27 agosto 2020

Repertorio dei matti della città di Milano a cura di Paolo Nori

 


"Qualche mese fa ero a Genova a fare un seminario di letteratura, e a me a Genova, non so perché, la gente, mi sembrano tutti un po' squinternati, e ai ragazzi che facevano il seminario, quando ho letto dei pezzi dal Repertorio dei pazzi della città di Palermo, di Roberto Alajmo, ho chiesto ai ragazzi che facevano il seminario "Ma perché non fate il Repertorio dei pazzi della città di Genova?"
Il giorno dopo son tornato a Bologna, a guardarmi intorno a Bologna ho pensato che anche a Bologna, c'era pieno di squinternati, e mi sono chiesto "Ma perché non facciamo il Repertorio dei pazzi della città di Bologna?"

Dopo quando sono andato a Milano, da quelli di Marcos y Marcos, intanto che mi guardavo intorno pensavo che anche a Milano, c'era pieno di squinternati, e che si poteva fare anche il Repertorio dei matti della città di Milano e ho proposto la cosa alla Marcos y Marcos, e gli ho citato un libro che so che a loro piace molto, Le opere complete di Learco Pignagnoli, un libro di Daniele Benati, in particolare l'opera numero 13, quella che fa così:

    Opera numero 13.

    Tranne me e te, tutto il mondo è pieno di gente strana.
    E poi anche te sei un po' strano.



E ci è venuto in mente che tutte le città potrebbero avere il loro repertorio dei matti e abbiamo trovato un altro libro, sempre a cura di Roberto Alajmo, che si chiama Repertorio dei pazzi d'Italia dove nell'introduzione Alajmo dice che "Forse ogni città dovrebbe possedere un repertorio dei pazzi, così come di ogni città esistono le guide dei ristoranti e degli alberghi".

E allora abbiamo chiesto a Alajmo l'autorizzazione, e Alajmo ci ha dato l'autorizzazione, e abbiamo cominciato dei seminari e abbiamo fatto il Repertorio dei matti della città di Bologna, di Milano, di Torino e di Roma e faremo il Repertorio dei matti della città di Genova, di Cagliari e di Napoli, forse, che daranno vita, questi seminari, ognuno a un libretto, come una guida dei ristoranti o degli alberghi, che saranno però anche dei piccoli libretti di storia, una storia laterale e insignificante ma che potrebbe essere anche molto bella, ci sembra. E i partecipanti a questi seminari ci sembra che si debbano tutti un po' trasformare in cronisti medievali ma della contemporaneità." [Introduzione di Paolo Nori]

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