Quello che stiamo vivendo potrebbe essere l'ultimo secolo della storia dell'umanità. Secondo l'astrofisico Martin Rees, la probabilità che il genere umano distrugga se stesso e il mondo che lo circonda entro i prossimi cento anni è di circa il 50%. I pericoli dell'ultima tecnologia si profilano più gravi e meno controllabili di quelli, con cui ci siamo confrontati per decenni, di una catastrofe nucleare. E gli attacchi all'ambiente sferrati dalle attività umane potrebbero generare danni ben peggiori di quanto calamità naturali, eruzioni e impatti di asteroidi siano mai state in grado di fare. La sfida del ventunesimo secolo è il futuro infinito: queste immense distese di tempo saranno piene di vita o vuote come gli sterili mari primordiali? [Pubblicato nel 2004 ]
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