lunedì 23 settembre 2013

Io e lui di A. Moravia

Romanzo bistrattato e volutamente lasciato nell'oblio. I più che lo hanno letto lo considerano il peggior romanzo di Moravia. Forse,  a rafforzare  la pessima opinione sarà stato l'argomento un po' fuori dalle righe, "indegno" ,per i ben pensanti, di un grande scrittore. Ci troviamo di fronte a Federico uno sceneggiatore che vuole diventare regista. La sua personalità risulta fortemente scissa: se l'io sta a guardare, "lui" agisce: l'inconscio parla, il sesso ha una voce che ordina e impone.. ..in quanto " si crede il più bello, il più forte, il più potente della sua, diciamo,categoria. Secondo lui, nessuno, nel mondo intero, gli sta alla pari. Un mostro di vanità!". Senza preoccuparsi di "alti concetti" quali sublimazione, desublimazione, nevrosi sessuale etc..etc ma,  considerando solo ed esclusivamente la trama, ne risulta un andamento esilarante e piacevolmente tragicomico nel costante dialogo tra il protagonista ed il suo sesso che all'ennessimo rimprovero del suo possessore, risponde in tono quasi triste : "Non posso non presentarmi così. Se non sono così, non sono nulla. Il desiderio, se è questo che mi rimproveri,è,infatti, la mia sola maniera di esistere.Senza desiderio, niente esistenza...Tu vorresti che il desiderio si presentasse con l'apparenza della sazietà: un controsenso. Io non conosco sazietà. Essere sazio per me è sinonimo di non esserci affatto. Se ci sono io, non c'e' la sazietà; se c'e' la sazietà, non ci sono io".

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