giovedì 6 settembre 2012

Preludio alla Società dell'Utopia di Alfredo Alì


È tempo d’inventare nuovi sistemi di vita che non siano vuote elucubrazioni sui futuribili, bensì ipotesi politiche capaci di promuovere un sistema sociale che renda affascinante e godibile l’esistenza delle donne e degli uomini sulla terra.
Chi crede impossibile questa progettualità ha già sprecato la propria vita e quella delle future generazioni, giacché la rinuncia alla rivoluzione è già la rinuncia alla domanda di felicità. Tuttavia un’impresa così ardua è possibile solo a patto di trasformare radicalmente le attuali modalità del pensiero. E quindi di liberarsi dal dogma del mercato, imparando a coniugare l’utilità con l’amore. Per nuotare dentro questa inesplorata dimensione, occorrerà perciò definire una nuova logica, intesa come relatività del positivo. In tal modo il muscolo del pensiero potrà muovere persone e cose con un riflesso istintuale che sia conforme e naturale rispetto alla nuova struttura politica. È però fin troppo evidente che l’attuale momento storico non consente di ipotizzare l’inizio del processo utopico in tempi brevi. Non aleggia oggi, purtroppo, alcuna carica di rivoluzionarietà che preannunci (sia pur vagamente) una qualche epifania. Al tempo di Cristo l’evento era già nell’aria, carico di presagi. Così fu anche prima del 1848, quando s’aggirava per l’Europa lo spettro del proletariato. Attualmente invece nulla (o quantomeno nulla di strettamente quantificabile) lascia presentire una domanda di Utopia, riscontrabile forse in taluni semplicemente come bisogno mentale.
[http://www.utopia.it/utopialibro.htm]

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