giovedì 20 settembre 2012

Elogio della mitezza e altri scritti morali di N. Bobbio

Il saggio cha dà titolo al libro prende in esame una virtù nella sua dimensione individuale e sociale: la mitezza. In questo modo l'autore torna alla dottrina morale dagli antichi, che vede più nelle virtù che non in un insieme di regole il fondamento del vivere civile e delle pubbliche istituzioni. Dal problema classico dei rapporti fra etica e politica, e quindi dalla ragion di stato, a quelli attualissimi del razzismo e della tolleranza; dal confronto tra etica laica ed etica religiosa all'atteggiamento dell'una e dell'altra di fronte al problema del Male: in queste pagine affiorano linee essenziali di una visione laica del mondo, conclusione di anni di riflessione teorica e impegno civile.

"La mitezza non è da confondersi né con la remissività né con la cedevolezza...il mite non ha grande opinione di sé, non già perché si disistima, ma perché è propenso a credere più alla miseria che alla grandezza del'uomo, ed egli è un uomo come tutti gli altri.. il mite è colui che "lascia essere l'altro quello che è", anche se l'altro è l'arrogante, il protervo, il prepotente.. il mite rifiuta la distruttiva gara della vita per un senso di fastidio, per la vanità dei fini cui tende questa gara... il mite per essere in pace con se stesso deve essere in pace con gli altri"

"Ritengo infatti che una delle caratteristiche positive della democrazia, che ci induce a dire che essa è la migliore, o la meno cattiva, delle forme di governo, è  anche questa: la democrazia è quel sistema politico che permette il maggiore avvicinamento tra le esigenze della morale e quelle della politica".


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