martedì 22 novembre 2011
17 Marzo 1978 LA STAMPA
giovedì 17 novembre 2011
Le intermittenze della morte di Josè Saramago
"Il giorno seguente non morì nessuno. Il fatto, poiché assolutamente
contrario alle norme della vita, causò negli spiriti un enorme
turbamento, cosa del tutto giustificata, ci basterà ricordare che non si
riscontrava notizia nei quaranta volumi della storia universale, sia
pur che si trattasse di un solo caso per campione, che fosse mai occorso
un fenomeno simile, che trascorresse un giorno intero, con tutte le sue
prodighe ventiquattr'ore, fra diurne e notturne, mattutine e
vespertine, senza che fosse intervenuto un decesso per malattia, una
caduta mortale, un suicidio condotto a buon fine, niente di niente, zero
spaccato."
mercoledì 16 novembre 2011
84, Charing Cross Road di Helene Hanff
Che strano, delizioso aroma sale dalle pagine di questo piccolo libro! E' il profumo sottile di vecchie biblioteche inglesi, di volumi ben rilegati in pelle... un profumo raro di amicizia, simpatia, dignità e, soprattutto, di un immenso, quasi fisico, amore per i libri.!
Si è da poco alzato il sipario sulla guerra. Lei è una giovane donna di New York che adora i grandi saggisti del Settecento e vuole farsi da sola un'educazione letteraria, scegliendo con cura i libri da leggere. Lui è un libraio di Cahring Cross, a Londra, una città ancora ferita dalle bombe e dal razionamento, ma fiorente di opere preziose e di tradizioni raffinate. Il rapporto epistolare, garbatamente professionale, divent presto un appassionato intraccio di vite che dura una ventina d'anni. Lettera dopo lettera, i personaggi acquistano uno straordinario spessore umano che travalica i brevi messaggi epistolari: con stupore ci si trova di fronte a uno spaccato d'epoca, di società, di sentimenti. [dalla quarta di copertina]
Un immagine della libreria Marks & Co. intorno agli anni '60
Nel 1987 ,Mel Brooks produsse il film tratto dal romanzo, come regalo alla moglie Anne Bancroft ( Helene Hanff nel film) per il 21º anniversario delle loro nozze.
lunedì 14 novembre 2011
venerdì 11 novembre 2011
ER GRILLO ZOPPO di Trilussa
Ormai me reggo su ‘na cianca sola.
- diceva un Grillo – Quella che me manca
m’arimase attaccata alla capriola.
Quanno m’accorsi d’esse prigioniero
col laccio ar piede, in mano a un ragazzino,
nun c’ebbi che un pensiero:
de rivolà in giardino.
Er dolore fu granne…,ma la stilla
de sangue che sortì dalla ferita
brillo ner sole come una favilla.
E forse un giorno Iddio benedirà
Ogni goccia di sangue ch’è servita
Pe’ scrive la parola libertà!
- diceva un Grillo – Quella che me manca
m’arimase attaccata alla capriola.
Quanno m’accorsi d’esse prigioniero
col laccio ar piede, in mano a un ragazzino,
nun c’ebbi che un pensiero:
de rivolà in giardino.
Er dolore fu granne…,ma la stilla
de sangue che sortì dalla ferita
brillo ner sole come una favilla.
E forse un giorno Iddio benedirà
Ogni goccia di sangue ch’è servita
Pe’ scrive la parola libertà!
giovedì 10 novembre 2011
Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo levi
"Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa
chiamare la Storia. Spinto qua e là alla ventura, non ho potuto finora
mantenere la promessa fatta, lasciandoli, ai miei contadini, di tornare
fra loro, e non so davvero se e quando potrò mai mantenerla. Ma, chiuso
in una stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato riandare con la memoria a
quell'altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e
allo Stato, eternamente paziente; a quella mia terra senza conforto e
dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la
sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte. – Noi non siamo cristiani, – essi dicono, – Cristo si è fermato a Eboli
–. Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo: e la frase
proverbiale che ho sentito tante volte ripetere, nelle loro bocche non è
forse nulla piú che l'espressione di uno sconsolato complesso di
inferiorità. Noi non siamo cristiani, non siamo uomini, non siamo
considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancora meno che le
bestie, i fruschi, i frusculicchi, che vivono la loro libera vita
diabolica o angelica, perché noi dobbiamo invece subire il mondo dei
cristiani, che sono di là dall'orizzonte, e sopportarne il peso e il
confronto. Ma la frase ha un senso molto piú profondo, che, come sempre,
nei modi simbolici, è quello letterale. Cristo si è davvero fermato a
Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il
mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai
arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l'anima individuale, né la
speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la
Storia. Cristo non è arrivato, come non erano arrivati i romani, che
presidiavano le grandi strade e non entravano fra i monti e nelle
foreste, né i greci, che fiorivano sul mare di Metaponto e di Sibari:
nessuno degli arditi uomini di occidente ha portato quaggiú il suo senso
del tempo che si muove, né la sua teocrazia statale, né la sua perenne
attività che cresce su se stessa. Nessuno ha toccato questa terra se non
come un conquistatore o un nemico o un visitatore incomprensivo. Le
stagioni scorrono sulla fatica contadina, oggi come tremila anni prima
di Cristo: nessun messaggio umano o divino si è rivolto a questa povertà
refrattaria. Parliamo un diverso linguaggio: la nostra lingua è qui
incomprensibile. I grandi viaggiatori non sono andati di là dai confini
del proprio mondo; e hanno percorso i sentieri della propria anima e
quelli del bene e del male, della moralità e della redenzione. Cristo è
sceso nell'inferno sotterraneo del moralismo ebraico per romperne le
porte nel tempo e sigillarle nell'eternità. Ma in questa terra oscura,
senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un
dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso.
Cristo si è fermato a Eboli." [Incipit]
mercoledì 9 novembre 2011
Playstation, Caffettiere e altri racconti AA.VV.
Ecco un'originale raccolta di racconti e ricordi sugli oggetti preferiti
da scrittori. Artisti e personaggi di rilievo: Vincenzo Cerami (Bauty
case); Paola Mastrocola (Macchinetta del caffè); Goffredo Fofi
(Atomobile); Franco Cardini (Macchina da scrivere); Paolo Portoghesi
(Tazzina da colazione); Gianfranco Ravasi (Penna); Gabriele Romagnoli
(Lucidatrice); Carmine Abate (Registratore); Eraldo Affinati (Rasoio);
Antonia Arslan (Fermacarte); Tullio Avoledo (Macchina Fotografica);
Giuseppe Bonura (Ambulanza); Giuseppe Conte (Spremiagrumi); Guido Conti
(Bilancia); Luca Doninelli (Motofalciatrice); Franco La Cecla
(Kalasnikov); Giuseppe Longo (Camion); Max Pisu (Playstation); Roberto Mussapi (Giradischi); Alberto Oliverio (Computer); Ferruccio Parazzoli
(Caffettiera); Antonio Riccardi (Metal detector); Marisa Volpi (Anello) e
Dario Voltolini (Microscopio). Un ritratto degli italiani. Perché "le
cose ci descrivono". (Presentazione di Alessandro Zaccuri)
martedì 8 novembre 2011
La pelle di Curzio Malaparte
"Non so quale sia più difficile, se il mestiere del vinto o quello del vincitore. Ma una cosa so certamente, che il valore umano dei vinti è superiore a quello dei vincitori. Tutto il mio cristianesimo è in questa certezza, che ho tentato di comunicare agli altri nel mio libro La pelle, e che molti, senza dubbio per eccesso di orgoglio, di stupida vanagloria, non hanno capito, o han preferito rifiutare, per la tranquillità della loro coscienza. In questi ultimi anni, ho viaggiato, spesso, e a lungo, nei paesi dei vincitori e in quelli dei vinti, ma dove mi trovo meglio, è tra i vinti. Non perché mi piaccia assistere allo spettacolo della miseria altrui, e dell'umiliazione, ma perché l'uomo è tollerabile, accettabile, soltanto nella miseria e nell'umiliazione. L'uomo nella fortuna, l'uomo seduto sul trono del suo orgoglio, della sua potenza, della sua felicità, l'uomo vestito dei suoi orpelli e della sua insolenza di vincitore, è uno spettacolo ripugnante." [Curzio Malaparte]
lunedì 7 novembre 2011
Il Secolo 17 Aprile 1912
domenica 6 novembre 2011
Il Cid di Pierre Corneille
L'intreccio dell'opera si sviluppa intorno all'amore reciproco di Rodrigo e Jimena, figli di nobili della corte di Fernando di Castiglia. Alla vigilia del loro felice matrimonio si abbatte un evento sciagurato...... Direi che non è il caso di svelare il resto della trama!. La storia potrebbe apparire semplice ma, nasconde un intrico di situazioni ed eventi talmente complessi da sembrare non trovare soluzione. Sicuramente la lingua e lo stile utilizzato sono molto lontani da un "sentire moderno" ma , forse, questo è dipeso molto dalla traduzione. Probabilmente , leggendo la pièce teatrale in lingua originale , i dialoghi dei personaggi non sembrerebbero degli "indigesti polpettoni" melodrammatici. Molto interessante la lettera dedicatoria a Madame de Combalet posta all'inizio del libro insieme ad una "Avvertenza" ed un "Esame" con cui Corneille stesso motiva le sue scelte stilistiche durante la stesura dell'opera che ai tempi procurò all'autore non pochi attacchi da parte di molti critici che scatenarono una gigantesca "querelle" a cui si pose fine solo con l'intervento dell' Académie française su richiesta del cardinale Richelieu.
giovedì 3 novembre 2011
Come un romanzo di Daniel Pennac
"Il verbo leggere non sopporta l'imperativo,avversione che condivide con alcuni altri verbi:il verbo 'amare' il verbo 'sognare' ". Il libro ruota su questo semplice assioma. Ma come risvegliare, senza forzature, l'amore e la curiosità per la lettura ?. Pennac scandaglia l'ambito familiare e scolastico per "trovare" delle "metodologie di risveglio". La lettura ne esce fuori come un dono che si fa a se stessi e a cui si regala buona parte si se'. Visto cosi', questo semplice atto, sembra un "affare" molto serio per l'Homo sapiens.
martedì 1 novembre 2011
Memorie di un tempo passato di F.C
Un nome. Professoressa Allevi. La mia insegnante di italiano, storia e geografia alle scuole medie . Non so per quale arcano motivo ma, ieri sera, mi è rimbalzata alla mente la sua immagine. Anche se sono passati parecchi anni, ricordo con piacere le sue lezioni e i suoi continui incoraggiamenti verso noi ragazzi a leggere sempre di più. Sono indelebili le ore trascorse in classe a commentare le notizie dei quotidiani nazionali o uno dei tanti libri di lettura consigliati da lei. Ed è proprio ripensando ad alcuni di quei titoli che ho fatto un piccolo tuffo nel passato....