lunedì 15 luglio 2013

I ricordi di Marco Aurelio

« Ci sono anche troppi uomini privi di senso morale. Sarebbe pazzia pretendere l'impossibile, aspettarsi di essere risparmiati dalla loro malvagità. Gli uomini non cambiano, per quanta pena tu ti dia. Ma, ciononostante, essi rimangono pur sempre dei tuoi simili e noi dipendiamo gli uni dagli altri come le membra di uno stesso corpo. Tutti gli uomini ti sono affini, sono fatti della stessa carne e dello stesso sangue, anzi dello stesso spirito. E tu medesimo sei forse senza macchia? Rifletti a quanto tu devi agli altri. Del resto gli altri, in fondo, non agiscono per il gusto del male; anche il criminale va in cerca — ciò è nella natura di ogni essere vivente — di quel che gli sembra utile. Lo fa sbagliando, ma solo perché è avvolto nell'errore, e non bisogna considerarlo responsabile delle sue azioni più di un pazzo. Proprio se credi di essere in possesso della retta conoscenza, devi capire che anche l'altro si lascia guidare da determinati giudizi di valore. Allora lo comprenderai, e non ti adirerai con lui, ma gli perdonerai e cercherai d'illuminarlo. Che questo ti riesca, in realtà non dipende da te; tu non hai alcun potere sull'anima degli altri. Se l'interesse pubblico lo richiede, devi procedere contro il malfattore anche con severità. Se poi qualcuno ti si oppone con la violenza, sappi che dovevi essere preparato a ciò, e conserva la tua calma. Gli altri non possono recarti danno; tu solo te lo puoi recare, se a causa della condotta degli altri ti lasci prendere dalle passioni e compi azioni sbagliate. Se un altro sbaglia, è affar suo; tu fa quel che è in tuo potere e conserva pura la tua anima. L'ira è cosa peggiore di qualsiasi male ti possa essere fatto dal di fuori ».

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