mercoledì 20 marzo 2013

La sincerità di Giuseppe Parini



Viva, viva la Giuditta!
Non già quella che troncò
Il gran capo ad Oloferne,
Onde il popolo salvò;
Ma quest’altra, assai più bella
E più grande nel valor,
La qual fece un’altra cosa
Che più degna è di stupor.  
Che mai fece questa bella?
Perchè vantasi così?
E che mai si può aspettare
Da le belle d’oggidì?         
Questa bella, dimandata
Gli anni suoi di palesar,
Oh portento! disse il vero
Senza un attimo levar.
Oh portento! oh meraviglia!
Come questo dar si può?
Questa è l’unica fenice,
Che giammai non si trovò.
I nemici d’ogni lode,
I maligni saltan su;
E mi dicon: Che rumore!
Non è poi sì gran virtù     
Ella è saggia, fresca e bella
Tutto questo ognuno il sa
Perchè dunque ella dovea
Far misterio dell’età?
La natura femminile,
Sciocco vulgo, è ignota a te
E nel fatto non comprendi
Tutto il merito che v’è.     
La natura ad ogni donna,
Dell’etade al primo albor,
De la cara giovinezza
Fa conoscere il valor.         
E le dice: Tu se’ bella
Sarà grande il tuo poter:
Ma, più giovane ti fingi,
Più se’ certa di piacer.             
Quindi nasce ch’ogni donna
Altro ha in bocca ed altro in sen;
E già vuol su i quindici anni
Guadagnare un anno almen 
Tre su i venti, e cinque poi
De’ sei lustri in sul confin
Ma galoppan le decine,
Se l’ottavo è a lei vicin.             
Uso tal si fa bisogno,
Poi divien necessità;
Sì che alfin su gli anni almeno
Non può dir la verità.   
Anzi a sè mentisce ancora;
Non accorgesi d’errar;
La memoria la tradisce
Torna indietro nel contar.

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