martedì 19 novembre 2024

L'agente segreto di Joseph Conrad

 


Londra 1894: Verloc conduce una vita tranquilla insieme alla moglie Winnie con cui gestisce un piccolo negozio; con loro vive anche Stevie, fratello minore di Winnie. Solo una facciata di apparente normalità perché Verloc ha qualcosa da nascondere. Da anni lavora come agente segreto per il governo del suo paese che lo ha incaricato di infiltrarsi in un gruppo di anarchici e di organizzare un attentato. Costretto ad agire nel silenzio, convince Stevie ad aiutarlo, senza immaginare che questa scelta metterà in moto una serie di conseguenze drammatiche... Anarchici e terroristi, servizi segreti e ambasciate, storie misteriose e drammi umani si dipanano in una trama avvincente che trae ispirazione da un episodio realmente accaduto.

L'agente segreto è alla base del film di Alfred Hitchcock Sabotaggio del 1936





Le affinità elettive di Johann Wolfgang von Goethe

 


Le affinità elettive (in tedesco: Die Wahlverwandtschaften) è il quarto romanzo di Johann Wolfgang von Goethe, pubblicato nel 1809. Il titolo deriva dall'affinità chimica, proprietà degli elementi chimici che descrive la tendenza di alcuni di essi a legarsi con alcune sostanze a scapito di altre.
Il romanzo racconta la vita di una coppia sposata che, trovandosi a convivere con un amico di lui e con la nipote di lei, va incontro al disfacimento della propria relazione e alla formazione di due nuove coppie, che in brevissimo tempo si divideranno per colpa di una serie di eventi avversi, che faranno terminare la storia in modo tragico.





domenica 17 novembre 2024

L'Adone di Giovan Battista Marino

 


Poema in 24 canti in ottave.

Il fanciullo Amore ,punito dalla madre Venere per vendicarsi la fa innamorare del bellissimo Adone, che visita con la dea il palazzo d'Amore. La drescrizione di tale palazzo, inframmezzata dal racconto di varie favole ( Amore e Psiche,Eco e Narciso, Ganimede, Ila), l'elenco delle delizie del Giardino del piacere, l'unine dei due amanti, un excursus autobiografico sono l'argomento di molti canti successivi.Stravaganti avventure,provocate dalla gelosia di Marte e dalla aga Falsirena, separano i due amanti. Venere fa eleggere adone ritrovato re di Cipro.Ma, mentre la dea è a Citera, il geloso AMrte fa uccidere Adone da un cinghiale; Venere celebra per l'amante esequie fastose, mutandone poi il cuore in un fiore.


Il poema è più lungo della letteratura italiana (5.124 ottave per un totale di 40.992 versi, poco più dell'Orlando furioso e circa tre volte la Divina Commedia e la Gerusalemme liberata).Dedicato a Luigi XIII di Francia, è composto da venti canti e preceduto da una lettera indirizzata alla regina Maria de' Medici (madre e reggente di Luigi all'epoca della sua minore età) perché interceda presso il giovane re; la lettera è preceduta a sua volta da una prefazione del critico francese Jean Chapelain in cui il poema viene giustificato come poème de la paix (poema della pace), epico ma non eroico.Ogni canto è preceduto da Argomenti in prosa, composti da Fortuniano Sanvitale, e da Allegorie, attribuite a don Lorenzo Scoto, che dovrebbero spiegare il significato morale del testo (il cui insegnamento, come detto nel proemio, è smoderato piacer termina in doglia). Ogni singolo canto è fornito di un titolo e di un proemio di sei ottave, mentre il proemio del primo canto è di dodici ottave.

Marino è considerato il fondatore della poesia barocca, nonché il suo massimo esponente italiano. La sua influenza sulla letteratura italiana ed europea del Seicento fu immensa. L'opera del Marino è all'origine di una concezione poetica (marinismo) che andò presto affermandosi in tutti i maggiori paesi del continente, sfociando in correnti letterarie quali il preziosismo in Francia, l'eufuismo in Inghilterra e il culteranismo in Spagna. La straordinaria importanza dell'opera mariniana e l'enorme successo di cui Marino poté godere fra i suoi contemporanei sono ben illustrati dal celebre giudizio di Francesco de Sanctis: «Il re del secolo, il gran maestro della parola, fu il cavalier Marino, onorato, festeggiato, pensionato, tenuto principe de' poeti antichi e moderni, e non da plebe, ma da' più chiari uomini di quel tempo […]. Marino fu l'ingegno del secolo, il secolo stesso nella maggior forza e chiarezza della sua espressione»



venerdì 15 novembre 2024

Adolphe di Benjamin Constant


Adolphe è un romanzo scritto da Benjamin Constant nel 1816. L'autore finge che sia ritrovato in un albergo di Cosenza tra le carte di uno sconosciuto e dice che vuole pubblicarlo per indicare come i percorsi tragici della vita possano portare ad inaridire il cuore. Con questo stratagemma evita di mettersi in gioco con le proprie passioni e allo stesso tempo può riuscire a liberarle maggiormente in quanto non lo riguardano direttamente.
Con il suo essere annoiato, distratto e triste e allo stesso tempo avido di conoscenza e di piacere e inquieto, il protagonista si offre come modello di romanticismo. Egli scava continuamente dentro di sé, analizzando senza ironia i propri sentimenti con profondità e individualismo inaspettati per il tempo, nonostante alcuni precursori quali Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre, Étienne Pivert de Senancour, Madame de Staël o François-René de Chateaubriand, che però raccontano piuttosto la nascita dell'amore, mentre Constant si tiene per sé più il suo disfacimento e come tema centrale la fine dell'amore.
Dal romanzo nel 1909 fu tratta l'opera per canto e pianoforte, Héllera, con libretto di Luigi Illica dalla riduzione di Ugo Solazzi, per la musica di Italo Montemezzi.
Il libro è anche al centro della trama del film francese Cena tra amici (2012), in cui il nome Adolphe viene accostato ad Adolf (Hitler) in una rocambolesca serie di malintesi e spassosi colpi di scena.


 

Adelchi di Alessandro Manzoni

 



‘Ho per le mani un soggetto di tragedia al quale desidero dedicarmi senza indugio per terminarlo nell’inverno, se posso… è la caduta del Regno dei Longobardi, o per dir meglio della dinastia longobarda, e la sua estinzione nella persona d’Adelchi ultimo re con Desiderio suo padre’. Così Manzoni scriveva il 17 ottobre 1820 a Fauriel, annunciando l’avvio della stesura della sua seconda tragedia, l’Adelchi appunto, che avrebbe completato nel gennaio 1822. Poco rappresentata nel corso dell’Ottocento e nel nostro secolo, perché ritenuta ‘bella’ ma ‘da leggersi’ (è il parere, tra i tanti, di Pellico), l’Adelchi è, al contrario, un’opera precorritrice di quel moderno teatro dell’interiorità in cui, invece che a temi-messaggio (come ancora accadeva nel Conte di Carmagnola), i personaggi affidano la lora vita di palcoscenico ai conflitti della loro tormentosa interiorità.