lunedì 10 dicembre 2018

Numero Zero di Umberto Eco

L'ultimo romanzo "complottista" di Umberto Eco..Una redazione  che prepara un quotidiano destinato, più che all'informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che, aggirandosi per una Milano allucinata (o allucinato per una Milano normale), ricostruisce la storia di cinquant'anni sullo sfondo di un piano sulfureo costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E nell'ombra Gladio, la P2, l'assassinio di papa Luciani, il colpo di stato di Junio Valerio Borghese, la Cia, i terroristi rossi manovrati dagli uffici affari riservati, vent'anni di stragi e di depistaggi, un insieme di fatti inspiegabili che paiono inventati... ma non lo sono...

mercoledì 21 novembre 2018

Di tutte le ricchezze di Stefano Benni

Il libro si tracanna piacevolmente come un vino amabile,amaro,caldo,corposo,delicato,delizioso,dolce,equilibrato,fresco,frizzante,fruttato,leggero,vivace con qualche sentore di rimpianto controbilanciato da una saggia accettazione della vita.

lunedì 12 novembre 2018

Il cimitero di Praga di Umberto Eco

La spedizione dei Mille, Ippolito Nievo,Orsini, il Risorgimento Italiano,la Massoneria, i Gesuiti,Napoleone III, la battaglia di Sedan, la comune di Parigi, complotti, spionaggio, il caso Dreyfus,Freud e la Psicanalisi, falsificazioni, antisemitismo, i Protocolli dei Savi di Sion . Tutto ciò è presente in questo libro tra vero e affabulazione dove il vero lo si conosce dai libri di Storia e dove l'affabulazione affascina nella sua "possibilità".


mercoledì 10 ottobre 2018

Hitler una carriera di J. Fest.

Una "mostra fotografica" sulla "carriera" di Hitler con didascalie.
La qualità delle immagini sono quelle di un tascabile degli anni 70 quindi non buona ma a volte un'immagine anche se di scarsa qualità vale più di mille parole.

domenica 7 ottobre 2018

I diari dell'ultimo zar di Nicola II Romanov

I diari si interrompono il 30 Giugno 1918. Prima di allora, dal marzo 1917, raramente  si intravede seria preoccupazione per la sorte della propria famiglia da parte dell'ultimo Zar. Un anno di arresti domiciliari "addolciti" dalla benevolenza di alcuni ufficiali dell'esercito con il compito di "custodirli" e drammaticamente peggiorati con l'arrivo dei "commissari del popolo".Le giornate passano tra tagli di alberi , lezioni di geografia ai figli , letture di libri. Se non ci fossero riferimenti ai fatti drammatici di quel periodo storico, sembrerebbero i diari un qualsiasi padre di famiglia russo. Si percepisce un grandissimo attaccamento alla propria famiglia ma, anche, una grande estraneità a ciò che sta accadendo in Russia. Forse è sbagliato usare il termine estraneità, sarebbe più idoneo dire rassegnazione ed impotenza di fronte ai fatti storici che avrebbero annientato i Romanov.

giovedì 27 settembre 2018

Un messaggio per García di Elbert G. Hubbard

15 febbraio 1898: la corazzata Maine, ancorata al largo dell’Avana, esplode misteriosamente, e le tensioni tra Spagna e Stati Uniti per il controllo di Cuba trovano così modo di sfociare in una guerra.
Nei mesi successivi, il presidente McKinley capisce che l’unico modo per sconfiggere gli spagnoli è allearsi con il generale García, capo del gruppo di ribelli che da tempo lotta per l’indipendenza di Cuba. Occorre prendere subito contatti col generale, nascosto da qualche parte nelle montagne orientali dell’isola. Serve qualcuno che, da solo e in incognito, sbarchi in territorio ostile e rintracci in fretta García, consegnandogli il messaggio del presidente. Una missione pericolosa, forse suicida.
Si fa avanti un ufficiale qualunque, di nome Rowan. Non fa domande, non si lamenta, non indietreggia: prende la lettera e parte per Cuba, tornando giorni dopo con la risposta del generale.
Un messaggio per García, pubblicato l’anno dopo, sfrutta questo episodio per intessere l’apologo dell’uomo che fa bene il suo lavoro, che ha spirito d’iniziativa e non mette in discussione gli ordini ricevuti. Il libretto col tempo è diventato un caso editoriale: ha venduto più di 40 milioni di copie, è stato tradotto in 37 lingue e ancora oggi è utilizzato da motivatori e mental coach nei corsi di formazione aziendali.
Il suo autore, Elbert Hubbard, è un estroso personaggio la cui vita merita di essere raccontata – come fa con gusto Giuseppe Scaraffia in coda a questa edizione.
Ma, ancora più importante, è il Messaggio stesso che va rivalutato: contestando l’idea che il pamphlet celebri il modello della società capitalistica, Luciano Canfora nella sua nota introduttiva rivendica alla sinistra quest’idea di lavoro e di etica del lavoro. Un messaggio per García diventa allora manifesto ideale per questi anni, dove è sempre più difficile tenere a mente che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro.

lunedì 24 settembre 2018

Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach

"Bisogna esercitarsi a vedere la bontà che c’è in ognuno"

"Qualunque cosa tu faccia non pensare mai a cosa diranno gli altri, segui solo te stesso, perché solo tu nel tuo piccolo sai cosa è bene e cosa è male, ognuno ha un proprio punto di vista, non dimenticarlo mai, impara a distinguerti, a uscire dalla massa, non permettere mai a nessuno di catalogarti come "clone di qualcun altro", sei speciale perché sei unico, non dimenticarlo mai."

"Scegliamo il nostro mondo successivo in base a ciò che apprendiamo in questo. Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, e avrai anche là le stesse limitazioni che hai qui, gli stessi handicap"

"Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano."

"Il Vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall’una all’altra punta delle ali, non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile, concreta.
Spezzate le catene che imprigionano il pensiero, e anche il vostro corpo sarà libero"

domenica 23 settembre 2018

La misteriosa fiamma della regina Loana di U. Eco

La nebbia non è solo la protagonista di questo libro ma è il libro stesso. Inoltre le continue citazioni distolgono il lettore dal fatto che non ci sia una trama.

martedì 10 luglio 2018

Il giovane Holden di J.D. Salinger

Se davvero avete voglia di sentire questa recensione, magari vorrete sapere prima di tutto perché ho deciso di leggere questo libro e com'é stata questa lettura schifa e che cosa facevo e compagnia bella prima che imparassi a leggere, e tutte quelle baggianate alla Edmondo De Amicis, ma a me non mi va proprio di parlarne.Primo, quella roba mi secca, e secondo, a chi interessa della mia porca vita....

lunedì 21 maggio 2018

Il Signor Procharcin di Fedor Dostoevskij

Il signor Procharčin (in russo: Господин Прохарчин, Gospodin Procharčin) è un racconto del 1846 scritto da Fëdor Dostoevskij e pubblicato per la prima volta nella rivista letteraria Otečestvennye Zapiski (Annali della Patria). Ispirato ad una storia vera, viene descritta l'avara esistenza del protagonista: egli vive una vita estremamente povera, in mezzo alla più nera miseria, anche se avrebbe le possibilità materiali di star meglio.
Mangia pasti molto frugali e dorme su un materasso appoggiato direttamente sul pavimento; la sua padrona di casa e tutti gli altri inquilini suoi vicini sono sinceramente dispiaciuti per lui, convinti ch'egli si trovi costretto in quelle ristrettezze. Alla sua morte però vengono infine a scoprire che l'uomo era in realtà ricco e che viveva in quelle condizioni volontariamente, avendo nascosto tutta la sua notevole fortuna dentro al materasso.
L'accumulo costante di denaro lo aveva isolato sempre più da tutti gli altri esseri umani, imprigionato fino all'ultimo da questo suo sentimento di egoismo.[ wikipedia]

sabato 12 maggio 2018

Netocka Nezvanova di Fëdor Dostoevskij

Peccato che abbiano impedito al nostro caro Fedor di completare questa piccola perla di scrittura .

venerdì 16 marzo 2018

Do Not Go Gentle Into That Good Night di Dylan Thomas

Do not go gentle into that good night, 
Old age should burn and rave at close of day; 
Rage, rage against the dying of the light.

Though wise men at their end know dark is right, 
Because their words had forked no lightning they 
Do not go gentle into that good night.

Good men, the last wave by, crying how bright 
Their frail deeds might have danced in a green bay, 
Rage, rage against the dying of the light.

Wild men who caught and sang the sun in flight, 
And learn, too late, they grieved it on its way, 
Do not go gentle into that good night.

Grave men, near death, who see with blinding sight 
Blind eyes could blaze like meteors and be gay, 
Rage, rage against the dying of the light.

And you, my father, there on the sad height, 
Curse, bless me now with your fierce tears, I pray. 
Do not go gentle into that good night. 
Rage, rage against the dying of the light.




Non andartene docile in quella buona notte,
I vecchi dovrebbero bruciare e delirare quando cade il giorno;
Infuria, infuria, contro il morire della luce.

Benché i saggi sappiano che la tenebra è inevitabile,
visto che dalle loro azioni non scaturì alcun fulmine,
Non se ne vanno docili in quella buona notte,

Gli onesti, con l’ultima onda, gridando quanto fulgide
le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.

Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
imparando troppo tardi d’averne afflitto il percorso,
Non se ne vanno docili in quella buona notte.

Gli austeri, in punto di morte, accorgendosi con vista cieca
che gli occhi spenti potevano gioire e brillare come meteore,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.

E tu, padre mio, là sulla triste altura, ti prego,
Condannami o benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.


martedì 2 gennaio 2018

Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini di Anna Coliva

Soggetto del gruppo scultoreo è la favola di Ovidio tratta dalle Metamorfosi (I, 450-567), dove si narra di Apollo che, a causa di una vendetta di Eros, è da lui colpito con una freccia d’oro - il metallo più nobile - che lo fa invaghire della ninfa Dafne, seguace di Diana. La fanciulla, invece, trafitta da un dardo  del vile piombo, rifiuta l'amore del Dio e prega suo padre Peneo, divinità fluviale, di aiutarla a farle cambiar quelle sembianze  che tanta passione avervano suscitato. L'opera rappresenta il momento culminante della metamorfosi di Dafne in albero di alloro. Bernini crea una messa in scena teatrale, nella quale l'occhio dello spettatore segue lo sviluppo della trasformazione: Apollo dopo la corsa ha raggiunto l'amata, che ha già mutato i suoi piedi in radici e le mani e i capelli in un’unica fronda. Lui tenta di afferarla, ma le sue dita sfiorano non il suo corpo, ma la corteccia dell'albero. Da quel momento l'alloro diventerà caro al dio, che si cingerà il capo con le sue fronde, e sarà considerato attributo di artisti e poeti.In origine la scultura era collocata sul lato della stanza contiguo alla cappella, poggiava inoltre su un basamento più basso dell‘attuale, espediente utile ad aumentare l'effetto scenografico e il coinvolgimento emozionale dello spettatore