martedì 17 novembre 2015

Ti sorrido mentre affogo di Caparezza

Leggere Shakespeare, questo è il vero problema. 
A fine stagione elettorale sconti della pena. 
Il Lambro che cos'è? Un fiume in pena. 
Odio le girandole perché mi tolgono il respiro.
Ai sistemi operativi io preferisco la biro. 
Se la sala è piena il film fa schifo. 
Ostentare la modestia è una cosa da superbi.
Anche gli incorruttibili si fanno influenzare dai germi. Chi veste a caso non è sempre di facili costumi. 
Il pregiudizio ti sballa più degli acidi che assumi. 
Le persone provinciali sono tutte un po' comuni, sono tutte un po' comuni, sono tutte un po' comuni. 
Non mi interessa essere capito mi interessa essere. Capito? Essere! Capito? 
Alle votazioni gli indecisi sono decisivi. 
I colletti bianchi stavano in banchi di collettivi.
Vedi Satana dappertutto, sei sei sei pazzo. 
Il mio ultimo piano sarà salire sul terrazzo. 
Chi guadagna da vivere non guadagna da morire. 
Sono un rapper al tramonto quando arriva l'imbrunire. Puoi fare accordi con tutti ma non farli con il sire, non farli con il sire, non farli con il sire. 
Non ho voglia di andare d'accordo, ho voglia di andare. D'accordo? 
Di andare. D'accordo? 
Fare dischi di denuncia o fare dischi da denuncia? 
La parola spesso è più importante di chi la pronuncia. 
Quando la mia voce ti molesta eiaculo e godo. 
Io sarei un ragazzo a modo se solo ci fosse un modo e per non terrorizzarti ti sorrido mentre affogo, ti sorrido mentre affogo, ti sorrido mentre affogo..

domenica 8 novembre 2015

I Fiori di Aldo Palazzeschi

I Fiori

Non so perché quella sera,
fossero i troppi profumi del banchetto...
irrequietezza della primavera...
un'indefinita pesantezza
mi gravava sul petto,
un vuoto infinito mi sentivo nel cuore...
ero stanco, avvilito, di malumore.
Non so perché, io non avea mangiato,
e pure sentendomi sazio come un re
digiuno ero come un mendico,
chi sa perché?
Non avvevo preso parte
alle allegre risate,
ai parlar consueti
degli amici gai o lieti,
tutto m'era sembrato sconcio,
tutto m'era parso osceno,
non per un senso vano di moralità,
che in me non c'è,
e nessuno s'era curato di me,
chi sa...
O la sconcezza era in me...
o c'era l'ultimo avanzo della purità.
M'era, chi sa perché,
sembrata quella sera
terribilmente pesa
la gamba
che la buona vicina di destra
teneva sulla mia
fino dalla minestra.
E in fondo...
non era che una vecchia usanza,
vecchia quanto il mondo.
La vicina di sinistra,
chi sa perché,
non mi aveva assestato che un colpetto
alla fine del pranzo, al caffè;
e ficcatomi in bocca mezzo confetto
s'era voltata in là,
quasi volendo dire:
"ah!, ci sei anche te".

Quando tutti si furno alzati,
e si furono sparpagliati
negli angoli, pei vani delle finestre,
sui divani
di qualche romito salottino,
io, non visto, scivolai nel giardino
per prendere un po' d'aria.
E subito mi parve d'essere liberato,
la freschezza dell'aria
irruppe nel mio petto
risolutamente,
e il mio petto si sentì sollevato
dalla vaga e ignota pena
dopo i molti profumi della cena.
Bella sera luminosa!
Fresca, di primavera.
Pura e serena.
Milioni di stelle
sembravano sorridere amorose
dal firmamento
quasi un'immane cupola d'argento.
Come mi sentivo contento!
Ampie, robuste piante
dall'ombre generose,
sotto voi passeggiare,
sotto la vostra sana protezione
obliare,
ritrovare i nostri pensieri più cari,
sognare casti ideali,
sperare, sperare,
dimenticare tutti i mali del mondo,
degli uomini,
peccati e debolezze, miserie, viltà,
tutte le nefandezze;
tra voi fiori sorridere,
tra i vostri profumi soavi,
angelica carezza di frescura,
esseri pura della natura.
Oh! com'è bello
sentirsi libero cittadino
solo,
nel cuore di un giardino.
-Zz... Zz
-Che c'è?
-Zz... Zz...
-Chi è?
M'avvicinai donde veniva il segnale,
all'angolo del viale
una rosa voluminosa
si spampanava sulle spalle
in maniera scandalosa il décolletè.
-Non dico mica a te.
Fo cenno a quel gruppo di bocciuoli
che son sulla spalliera,
ma non vale la pena.
Magri affari stasera,
questi bravi figliuoli
non sono in vena.
-Ma tu chi sei? Che fai?
-Bella, sono una rosa,
non m'hai ancora veduta?
Sono una rosa e faccio la prostituta.
-Te?
-Io, sì, che male c'è?
-Una rosa!
-Una rosa, perché?
All'angolo del viale
aspetto per guadagnarmi il pane,
fo qualcosa di male?
-Oh!
-Che diavolo ti piglia?
Credi che sien migliori,
i fiori,
in seno alla famiglia?
Voltati, dietro a te,
lo vedi quel cespuglio
di quattro personcine,
due grandi e due bambine?
Due rose e due bocciuoli?
Sono il padre, la madre, coi figlioli.
Se la intendono... e bene,
tra fratello e sorella,
il padre se la fa colla figliola,
la madre col figliolo...
Che cara famigliola!
È ancor miglior partito
farsi pagar l'amore
a ore,
che farsi maltrattare
da un porco di marito.
Quell'oca dell'ortensia,
senza nessun costrutto,
fa sì finir tutto
da quel coglione del girasole.
Vedi quei due garofani
al canto della strada?
Come sono eleganti!
Campano alle spalle delle loro amanti
che fanno la puttana
come me.
-Oh! Oh!
- Oh! ciel che casi strani,
due garofani ruffiani.
E lo vedi quel giglio,
lì, al ceppo di quel tiglio?
Che arietta ingenua e casta!
Ah! Ah! Lo vedi? È un pederasta.
-No! No! Non più! Basta
-Mio caro, e ci posso far qualcosa
io,
se il giglio è pederasta,
se puttana è la rosa?
-Anche voi!
-Che maraviglia!
Lesbica è la vaniglia.
E il narciso, quello specchio di candore,
si masturba quando è in petto alle signore.
-Anche voi!
Candidi, azzurri, rosei,
vellutati, profumati fiori...
-E la violaciocca,
fa certi lavoretti con la bocca...
-Nell'ora sì fugace che v'è data...
-E la medesima violetta,
beghina d'ogni fiore?
fa lunghe processioni di devozione
al Signore,
poi... all'ombra dell'erbetta,
vedessi cosa mostra al ciclamino...
povero lilli,
è la più gran vergogna
corrompere un bambino
-misero pasto delle passioni.
Levai la testa al cielo
per trovare un respiro,
mi sembrò dalle stelle pungermi
malefici bisbigli,
e il firmamento mi cadesse addosso
come coltre di spilli.
Prono mi gettai sulla terra
bussando con tutto il corpo affranto:
-Basta! Basta!
Ho paura.
Dio,
abbi pietà dell'ultimo tuo figlio.
Aprimi un nascondiglio
fuori della natura!

domenica 30 agosto 2015

Stoner di John Williams

"La maggior parte degli scrittori, buttato giù il primo paragrafo del romanzo, avrebbero rinunciato. A che scopo continuare? In quelle prime righe trapela l’intera vita di William Stoner, una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato; mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita; per quasi quarant’anni è infelicemente sposato alla stessa donna; ha sporadici contatti con l’amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo; per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante" Chi è Stoner? Sono io !... E' tutti noi !
Speranze spazzate via dalla cruda vitalità dell'esistenza umana, da scelte ed incontri sbagliati e da rinunce ed imposizioni apparentemente dettate dal prossimo ma che in realtà scaturiscono dalla nostra personale debolezza e dalla nostra più intima pusillanimità. Farsi trascinare lentamente dalla corrente delle nostra inesperienza, raramente, ci porta verso la comune destinazione senza passare per luoghi ostili ed infelici. Come affrontarli ? ... Come William Stoner ?.. oppure...

La nostra paura più profonda di Marianne Williamson ( o A Course in Miracles)

La nostra paura più profonda 
non è quella di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda 
è quella di essere potenti 
al di là di ogni misura.
È la nostra luce, 
non la nostra oscurità 
che più ci spaventa.
Agire da piccolo uomo 
non aiuta il mondo, 
non c'è nulla di illuminante 
nel rinchiudersi in sè stessi 
così che le persone intorno a noi 
si sentiranno insicure.
Noi siamo nati per rendere 
manifesta la gloria
 che c'è dentro di noi,
 non è solo in alcuni di noi
 è in tutti noi.
Se noi lasciamo la nostra luce
 splendere inconsciamente
 diamo alle altre persone 
il permesso di fare lo stesso.
Appena ci liberiamo 
dalla nostra paura 
la nostra presenza automaticamente
 libera gli altri.

martedì 18 agosto 2015

Leggere di Stefano Zuffi




"Sono posseduto da una passione inesauribile che finora non ho potuto né voluto frenare. Non riesco a saziarmi di libri" Francesco Petrarca

"Possedere un libro può diventare un'alternativa a leggerlo" Anthony Burgess

"La lettura offre alla mente semplici materiali di conoscenza: è il pensiero che fa davvero nostro ciò che leggiamo" John Locke

"La lettura è una difesa contro le offese della vita" Cesare Pavese

"Non importa quanto tu possa pensare di essere occupato, devi trovare tempo per leggere, altrimenti ti abbandonerai a una ignoranza auto-imposta" Confucio

"Se non ti è possibile leggere tutti i libri che potresti avere,basta che tu abbia i libri che puoi leggere. Ma tu dici - ame piace sfogliare ora questo volume, ora quello-. Assaggiare qua e là è proprio di uno stomaco viziato e troppi cibi diversi non nutrono, ma rovinano l'organismo.Perciò leggi sempre i migliori autori e, se talvolta vuoi passare ad altri, torna poi ai primi. Cerca ogni giorno nella lettura un aiuto per sopportare la povertà e affrontare la morte e tutte le altre sventure umane. Dopo aver letto molto, scegli un pensiero che tu possa assimilare in quel giorno. Anch'io faccio così:del molto che leggo prendo sempre qualcosa." Seneca

domenica 12 luglio 2015

La vita è bella di Benigni & Cerami

«Permettetemi di aprire con un effluvio di soddisfazione, che spargo su di voi con tutta la gioia possibile, perché è la prima volta che parlo di questa storia e per me è un'emozione che mi allarga il polmone, mi spacca il costato, mi sventra la costola e mi riempie il cuore tutto di un dolce sentire.
È come essere incinta, la carne diventa piú bella, l'orecchio si allunga, il polpaccio fiorisce, la campanula si diverte, il malleolo si allarga, e tutto l'intrinseco del corpo va nella gioia della vita stessa, perchè fare un film per un uomo è come la parte puerperale. Una storia in bilico tra la lacrima e il riso.
Benigni in un campo di concentramento non è un po' come Totò all'inferno? Ma questo è il film che mi catapulta piú di tutti quelli che ho fatto nel mondo intero, nella soddisfazione di tutte le cose create che hanno al loro interno il nostro cuore. Perché, come dicono le sacre scritture, quando la risata sgorga dalle lacrime si spalanca il cielo» [Roberto Benigni]

venerdì 3 luglio 2015

Cinquant'anni con i bit di P.Ridolfi

"Il mio primo contatto con i calcolatori risale al 1957. Da allora sono passati cinquant’anni, dei quali trentacinque vissuti in IBM. Dello sparuto gruppo di pionieri che in quell’epoca a Milano, Roma, Napoli e Bologna si occupavano di queste nuove macchine siamo rimasti operativi in pochi, anzi pochissimi. Mi sento uno degli ultimi testimoni di una fase eroica, che ha visto nascere l’informatica in Italia e ne ha poi contribuito all’espansione. Io ho avuto la grande fortuna di vivere, e di continuare a vivere, quest’espansione da posizioni per loro natura privilegiate.Come si è sviluppata la cultura informatica in Italia? Che ruolo hanno avuto la ricerca e il mercato? Le risposte a queste domande vanno lette in un mosaico dalle moltissime tessere: alla costruzione di alcune di esse ho in parte contribuito.Nelle pagine che seguono ho voluto ricordare alcuni episodi significativi della mia vita professionale, anche per testimoniare quanto impegno è costato consegnare alle generazioni più giovani le innumerevoli soluzioni tecnologiche che ora sembrano naturali e sempre esistite, come il PC, Internet, la posta elettronica.Non tutti gli episodi descrivono dei successi: non sono mancate infatti le delusioni e le sconfitte, a ulteriore conferma che il progresso raramente percorre strade facili e sempre dritte." [ dalla prefazione]

domenica 28 giugno 2015

Elogio dell'allegria di Paloma G. Borrero

"Non bisogna confondere meccanicamente l'allegria con la risata, il sorriso con la risata a crepapelle. Esiste una straordinaria allegria silenziosa, intima o deliziosamente discreta, ma allo stesso tempo non bisogna chiudere la porta in faccia alla risata sguaiata, sincera e curativa, che fonda le sue radici nell'allegria, come un ntorrente d'acqua chiara che ci depura un po' dalla tristezza."

lunedì 13 aprile 2015

Nummeri di Trilussa


- Conterò poco, è vero: 
- diceva l'Uno ar Zero - 
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te, 
lo sai quanto divento? Centomila. 
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore 
che cresce de potenza e de valore 
più so' li zeri che je vanno appresso. 

mercoledì 1 aprile 2015

Languidi occhi di F.C.

Languidi occhi 
colmi di lucido piacere
alimentano il desiderio 
di rosse labbra 
schiuse da teneri baci 
ricolmi di tenere promesse 
a futuri amplessi

martedì 3 marzo 2015

Il trono vuoto di R. Ando'


"Chi decida di intraprendere la carriera del politico, abboccando all’amo di una sua presunta plausibilità professionale – come se la politica fosse una professione tra le altre e non una forma di vita –, sappia che sta consegnandosi al fallimento. È il fallimento riservato a chi ammette come unico metro della propria esistenza il potere e la sua malia.
La peculiarità italiana è racchiusa nella coerente negazione di una qualsiasi forma di virtù pubblica nell’esercizio della politica. Negandosi ogni parvenza di pubblica utilità, la politica in Italia è solo parodia del potere, oscura catena di complicità, cosca.
D’altronde, nel corso della mia carriera politica non ho mai incontrato un collega provvisto di un qualche talento. Nessuno di noi avrebbe potuto fare altro che il politico perché nessuno di noi avrebbe potuto corrispondere a un talento. Siamo entrati nelle stanze del potere da quella zona grigia dove può accadere tutto e il suo contrario.
Il carattere perverso di chi sceglie di fare il politico è nella indistinzione caratteriale che lo qualifica. Lo psicoanalista che segretamente ho frequentato in tutti questi anni continuava a ripetermi che con la politica avrei cercato di colmare una sostanziale estraneità alla vita. "

giovedì 12 febbraio 2015

She di Elvis Costello

She 
May be the face I can't forget 
The trace of pleasure or regret 
May be my treasure or the price I have to pay 
She 
May be the song that summer sings 
May be the chill that autumn brings 
May be a hundred different things 
Within the measure of a day

She 
May be the beauty or the beast 
May be the famine or the feast 
May turn each day into a heaven or a hell 
She may be the mirror of my dreams 
The smile reflected in a stream 
She may not be what she may seem 
Inside her shell 

She 
Who always seems so happy in a crowd 
Whose eyes can be so private and so proud 
No one's allowed to see them when they cry 
She 
May be the love that cannot hope to last 
May come to me from shadows of the past 
That I'll remember till the day I die 

She 
May be the reason I survive 
The why and wherefore I'm alive 
The one I'll care for through the rough in ready years 
Me 
I'll take her laughter and her tears 
And make them all my souvenirs 
For where she goes I've got to be 
The meaning of my life is 

She
She, oh she

domenica 8 febbraio 2015

Il bordo vertiginoso delle cose di G. Carofiglio

“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer,
The superstitious atheist, demirep
That loves and saves her soul in new French books
We watch while these in equilibrium keep
The giddy line midway: one step aside,
They’re classed and done with. I, then, keep the line”


Robert Browning ,Bishop Blougram's Apology