giovedì 22 agosto 2013

Amore mio uccidi Garibaldi di I. Bossi Fedrigotti

È il 23 giugno 1866. Il giorno seguente le truppe imperiali austriache sconfiggeranno quelle del giovane regno d'Italia a Custoza. Quasi un mese dopo identica sorte avrà la battaglia navale di Lissa. Ma Garibaldi è saldamente attestato nel Trentino e con le camicie rosse dei suoi volontari autentici guerriglieri dell'Ottocento - semina il panico tra i militari austriaci e la popolazione fedele a Francesco Giuseppe. "Amore mio, uccidi subito questo Garibaldi", scrive la principessa Leopoldina Lobkowitz al marito, conte Fedrigo Bossi Fedrigotti, che ha indossato la sua divisa di ussaro dell'imperatore ed è partito per la guerra. Leopoldina arriva dagli splendori di Vienna, da un sontuoso palazzo in una piazza intitolata ancora oggi alla sua famiglia, dagli agi di immense tenute in Boemia. Da lì è giunta a Rovereto in casa dello sposo, nobile "povero" di una povera provincia dell'impero, di cognome italiano, di dialetto trentino, ma di sentimenti incrollabilmente asburgici. Al suo fianco, e attraverso lo scambio di lettere - scritte naturalmente in tedesco -, Leopoldina vive questo sconvolgersi del mondo che già prelude al crollo dell'Austria Felix. Nel quadro degli eventi militari e politici, scandito dalle lettere dei due sposi-amanti - raccolte con amore e tradotte in romanzo dalla bisnipote Isabella - si svolge la trepidante vicenda privata dei due protagonisti, delle loro famiglie, del loro contorno di amici.[dal risvolto di copertina]

mercoledì 21 agosto 2013

Il caso Redureau di A. Gide

"È un ragazzo intelligente, ha conseguito il diploma di studi primari. Nessuno ha mai avuto a lamentarsi di lui in nessun senso, né i suoi padroni, né i compagni, né la gente del paese. Non ha mai manifestato cattivi istinti, non è litigioso e non si è mai mostrato crudele con gli animali." Il 30 settembre 1913 un ragazzo di quindici anni, all'improvviso, senza che si riesca a capire perché, massacra la famiglia di agricoltori presso cui prestava servizio. I moventi di questo delitto non sono né il furto, né la gelosia, né l'odio, né un amore contrastato, niente insomma che si possa riconoscere e catalogare.Pubblicato nel 1930, Il caso Redureau ricostruisce un fatto realmente accaduto che sfugge a ogni tentativo di spiegazione. Interessato all'interno funzionamento della macchina dei tribunali, fin dai giorni in cui era stato fra i giurati della Corte d'Assise di Rouen - esperienza dalla quale trasse i Ricordi della Corte d'Assise del 1914 - André Gide nel 1930 fondò una collana di memorie giudiziarie dal nome programmatico «Ne jugez pas». Non cause celebri, precisava, ma documentazione «la più autentica possibile» di casi limite, capaci di mostrare della giustizia il nudo meccanismo nell'atto del suo girare a vuoto, la logica vera, oltre la favola. Il caso Redureau ne fu il primo titolo.

Peccato che sia una puttana di J.Ford

Nei suoi drammi Ford mette in scena la tragedia del corpo che culmina in una morte agognata al pari dell'estremo piacere sessuale. Giovanni, il protagonista di "Peccato che sia una puttana", seguace della filosofia neoplatonica dell'Uno, nella sua estenuante ricerca della bellezza assoluta si volge a un contesto che non ha nulla di sovrumano: il corpo fremente di Annabella, sua sorella. Si compie così il loro destino incestuoso. Giovanni è implacabile nel suo furore eroico: di fronte al pentimento della sorella, che gli si nega, la uccide e viola il suo corpo estirpandone il cuore. Quel cuore che è anche la tomba del suo cuore. Anche Giovanni soccomberà alla morte, non per punizione divina, bensì per opera del suo stesso destino.Nel 1971,G. Patroni Griffi si e' ispirato all'opera di Ford per il suo film  "Addio, fratello crudele".

lunedì 19 agosto 2013

Atene segreta di U.Albini

Tutto quello che avreste voluto sapere sulla Grecia classica e non avete mai osato chiedere: dai tempi di Pericle a quelli di Demostene le truffe più inventive, i veleni più terribili, i pasti dei ricchi e quelli dei poveri, con le ricette più golose (per il gusto dei greci, per noi forse un po' meno…), il gioco d'azzardo, il sesso a pagamento e no, gli intrugli di maghi e stregoni, le mode e i pettegolezzi… 
Atene segreta, frutto di una paziente ricerca nelle fonti antiche e affidato a una scrittura estrosa, offre vivide cronache dell'esistenza quotidiana nell'Atene classica, dai tempi di Pericle a quelli di Demostene (V e IV sec. a.C.).
I temi sono molteplici e spesso curiosi. I pasti dei ricchi e dei poveri, l'eros a buon mercato e le squillo di alto bordo, le accensioni per i bei giovinetti. I sortilegi di maghe e «stregoni», gli intrugli tossici per sbarazzarsi di persone scomode. Il fascino del gioco d'azzardo. Baruffe e focosi litigi, violenze di singoli e di bande giovanili, furti con destrezza, rapine, imbrogli ben ideati. L'impari lotta del cittadino contro lo stato esoso. La mala genia dei delatori-ricattatori. Cavillose e astute contese per carpire un'eredità. La condizione delle donne sia di buona famiglia sia di umili natali. Umberto Albini ci regala così un ritratto inedito e indiscreto della civiltà greca, all'insegna della varietà, del movimento, della sorpresa.

sabato 17 agosto 2013

Storia della camera da letto di P.Dibie

"Come dormivano gli uomini presitorici? Com'era il letto di Ulisse? E cos'era il letto collettivo di età merovingia? Non si tratta di domande banali, poiché dormire è un'arte a cui tutti dedichiamo un terzo della vita, e quello in cui dormiamo è in realtà un luogo sacro, al riposo come all'amore. Un luogo di cultura, come afferma l'autore di questo libro straordinario che racconta la storia della camera da letto dall'antichità ad oggi, esplorando con curiosità e insieme con discrezione le grotte dell'uomo di Neanderthal, i ginecei assiro-babilonesi, i cubicula dei Romani, le eleganti alcove rinascimentali e i lussi borghesi dell'Ottocento. Nella camera da letto gli esseri umani possono esprimersi integralmente, spogli di abiti e nudi di infingimenti, isolandosi in un limbo personale da cui risorgeranno dopo il transfert del sogno e delle immagini irreali. Il sonno va quindi inteso e vissuto non solo come necessità fisiologica, ma anche come intimità, tenerezza, armonia, piacere, amore, gioia suprema. Non a caso gli antichi Greci dedicarono alla camera da letto due divinità: il dolce Hipnos, il Sonno che fa dimenticare ai mortali ogni dolore, e il malizioso Eros, figlio di Afrodite." [dalla quarta di copertina]