giovedì 28 marzo 2013

Tecnica del colpo di Stato di Curzio Malaparte

"... raramente un libro ha sollevato tante discussioni, tante contrarie passioni. Di rado un libro ha così ben servito, e in modo gratuito, il Bene e il Male": sono parole dello stesso Malaparte e riflettono fedelmente le vivaci e contrastanti reazioni che Tecnica del colpo di Stato suscitò, al suo apparire, in molti paesi europei.In effetti l'opera, pubblicata in Francia nel 1931 e in Italia solo nel 1948, fu osteggiata sia da destra che da sinistra, essendosi in essa voluto vedere nient'altro che un "manuale per la conquista violenta del potere" e non anche, nello stesso tempo ( come sostenne invece l'autore nella Prefazione all'edizione italiana), un manuale per la difesa dello Stato. La "Tecnica" malapartiana si ripropone a noi con un duplice motivo di interesse: di contenuto, per l'intuizione sempre valida che l'ha dettata ( e cioè che nel mondo moderno il colpo di Stato è un problema essenzialmente di ordine tecnico più che politico o sociale); e letterario, per la capacità di Malaparte nel restituirci vicende e personaggi di un passato non più tanto recenti ma sempre vivi nel ricordo storico delle nuove generazioni. 

"Io odio questo mio libro. Lo odio con tutto il cuore. Mi ha dato la gloria, quella povera cosa che è la gloria, ma anche quante miserie. Per questo libro ho conosciuto la prigione e il confino, il tradimento degli amici, la malafede degli avversarii, l'egoismo e la cattiveria degli uomini. Da questo libro è nata la stupida leggenda che fa di me un essere cinico e crudele, una specie di Machiavelli nei panni di un Cardinal de Retz: quando non sono che uno scrittore, un artista, un uomo libero che soffre più dei mali altrui che dei propri" [ Dalla prefazione italiana dello stesso Autore]

martedì 26 marzo 2013

Dal film: "Revolver" di Guy Ritchie



"C'è una cosa dentro di te che non conosci e di cui negherai l'esistenza.
Finchè non sarà troppo tardi per farci qualcosa.
E' l'unico motivo per cui ti alzi al mattino.
L'unico motivo per cui sopporti un capo stupido.
Il sangue, il sudore e le lacrime.
Questo è perché vuoi che le persone sappiano quanto sei bravo, attraente, generoso, divertente, intelligente.
"Temetemi o riveritemi, ma per favore... pensate che sono speciale!".
Condividiamo una dipendenza.
Siamo tossicomani dichiarati.
Vogliamo tutti la pacca sulla spalla e l'orologio d'oro.
L'hip hip urrà del cazzo.
Guardate il ragazzo intelligente con la medaglia, che lucida il suo trofeo.
Brillate diamanti impazziti.
Siamo solo scimmie, a volte in bei vestiti, che implorano l'approvazione degli altri.
Se lo sapessimo non ci comporteremmo così.
Qualcuno ce lo nasconde."


lunedì 25 marzo 2013

Il Manuale di Epitteto


"Ricordati di comportarti nella vita così come ti comporteresti ad un banchetto. Viene servita una vivanda. Ti si ferma davanti? Prendine la tua parte con educazione. Non ti viene servita? Non preoccupartene. Ancora non ti viene servita? Trattieni pazientemente la tua fame: aspetta che ti arrivi. Nello stesso modo comportati con ciò che riguarda i figli, la moglie, gli averi, gli onori; e tu sarai degno di sedere a mensa con gli Dei. Ma se non toccherai neppure ciò che ti sarà servito, e ti sarà addirittura indifferente, tu sarai degno non solo di sedere a mensa con gli Dei, ma di regnare con loro. Proprio perché operavano in questo modo che Diogene, Eraclito ed altri simili, venivano chiamati divini, e lo erano veramente." [Il Manuale di Epitteto tradotto da G.Leopardi]

mercoledì 20 marzo 2013

La sincerità di Giuseppe Parini



Viva, viva la Giuditta!
Non già quella che troncò
Il gran capo ad Oloferne,
Onde il popolo salvò;
Ma quest’altra, assai più bella
E più grande nel valor,
La qual fece un’altra cosa
Che più degna è di stupor.  
Che mai fece questa bella?
Perchè vantasi così?
E che mai si può aspettare
Da le belle d’oggidì?         
Questa bella, dimandata
Gli anni suoi di palesar,
Oh portento! disse il vero
Senza un attimo levar.
Oh portento! oh meraviglia!
Come questo dar si può?
Questa è l’unica fenice,
Che giammai non si trovò.
I nemici d’ogni lode,
I maligni saltan su;
E mi dicon: Che rumore!
Non è poi sì gran virtù     
Ella è saggia, fresca e bella
Tutto questo ognuno il sa
Perchè dunque ella dovea
Far misterio dell’età?
La natura femminile,
Sciocco vulgo, è ignota a te
E nel fatto non comprendi
Tutto il merito che v’è.     
La natura ad ogni donna,
Dell’etade al primo albor,
De la cara giovinezza
Fa conoscere il valor.         
E le dice: Tu se’ bella
Sarà grande il tuo poter:
Ma, più giovane ti fingi,
Più se’ certa di piacer.             
Quindi nasce ch’ogni donna
Altro ha in bocca ed altro in sen;
E già vuol su i quindici anni
Guadagnare un anno almen 
Tre su i venti, e cinque poi
De’ sei lustri in sul confin
Ma galoppan le decine,
Se l’ottavo è a lei vicin.             
Uso tal si fa bisogno,
Poi divien necessità;
Sì che alfin su gli anni almeno
Non può dir la verità.   
Anzi a sè mentisce ancora;
Non accorgesi d’errar;
La memoria la tradisce
Torna indietro nel contar.