mercoledì 26 settembre 2012

Giulio Cesare di Luca Canali

Chi era davvero Giulio Cesare ? Un criminale di guerra? Forse, per i Galli, e in parte ancora oggi per i Francesi. Un genio della politica? (Fu egli a gettare le fondamenta economiche e sociali dell' Impero Romano). Un genio della guerra? (Non subì mai personali sconfitte, conquisto le Gallie, si spinse oltre il Reno e lottò contro i Germani, attraversò la Manica e conquistò la Britannia etc.). Un rivoluzionario "democratico"? Oppure un dittatore che distrusse la libertà repubblicana? Un libertino, un incorreggibile seduttore di matrone romane e di regine straniere, oppure un omosessuale, anzi un bisessuale? Un grande storico, o un mistificatore della Storia? Un grande oratore o un abile arruffapopoli? Un sovversivo o un moralizzatore? Un estremista o un moderato? E perché mai in Italia il fascismo valorizzò soprattutto Augusto e mise in ombra Cesare?

martedì 25 settembre 2012

La crociata dei bambini di Marcel Schwob

"Agli inizi del Duecento, partirono dalla Germania e dalla Francia due spedizioni di bambini. Erano persuasi di riuscire a traversare i mari a piedi asciutti. Non li autorizzavano, forse, e proteggevano, le parole del Vangelo: "Lasciate i piccoli venire a me, e non glielo vietate" (Luca 18, 16)? Non aveva dichiarato il Signore che basta la fede a muovere una montagna (Matteo 17, 20)? Il miracolo previsto non avvenne. Dio permise che la colonna francese venisse catturata da mercanti di schiavi e venduta in Egitto. [...] Lalou ha lodato la "sobria precisione" con cui Schwob raccontò "l'ingenua leggenda"; io aggiungerei che quella precisione non la fa né meno leggendaria né meno patetica." (Jorge Luis Borges)

giovedì 20 settembre 2012

Elogio della mitezza e altri scritti morali di N. Bobbio

Il saggio cha dà titolo al libro prende in esame una virtù nella sua dimensione individuale e sociale: la mitezza. In questo modo l'autore torna alla dottrina morale dagli antichi, che vede più nelle virtù che non in un insieme di regole il fondamento del vivere civile e delle pubbliche istituzioni. Dal problema classico dei rapporti fra etica e politica, e quindi dalla ragion di stato, a quelli attualissimi del razzismo e della tolleranza; dal confronto tra etica laica ed etica religiosa all'atteggiamento dell'una e dell'altra di fronte al problema del Male: in queste pagine affiorano linee essenziali di una visione laica del mondo, conclusione di anni di riflessione teorica e impegno civile.

"La mitezza non è da confondersi né con la remissività né con la cedevolezza...il mite non ha grande opinione di sé, non già perché si disistima, ma perché è propenso a credere più alla miseria che alla grandezza del'uomo, ed egli è un uomo come tutti gli altri.. il mite è colui che "lascia essere l'altro quello che è", anche se l'altro è l'arrogante, il protervo, il prepotente.. il mite rifiuta la distruttiva gara della vita per un senso di fastidio, per la vanità dei fini cui tende questa gara... il mite per essere in pace con se stesso deve essere in pace con gli altri"

"Ritengo infatti che una delle caratteristiche positive della democrazia, che ci induce a dire che essa è la migliore, o la meno cattiva, delle forme di governo, è  anche questa: la democrazia è quel sistema politico che permette il maggiore avvicinamento tra le esigenze della morale e quelle della politica".


giovedì 6 settembre 2012

Preludio alla Società dell'Utopia di Alfredo Alì


È tempo d’inventare nuovi sistemi di vita che non siano vuote elucubrazioni sui futuribili, bensì ipotesi politiche capaci di promuovere un sistema sociale che renda affascinante e godibile l’esistenza delle donne e degli uomini sulla terra.
Chi crede impossibile questa progettualità ha già sprecato la propria vita e quella delle future generazioni, giacché la rinuncia alla rivoluzione è già la rinuncia alla domanda di felicità. Tuttavia un’impresa così ardua è possibile solo a patto di trasformare radicalmente le attuali modalità del pensiero. E quindi di liberarsi dal dogma del mercato, imparando a coniugare l’utilità con l’amore. Per nuotare dentro questa inesplorata dimensione, occorrerà perciò definire una nuova logica, intesa come relatività del positivo. In tal modo il muscolo del pensiero potrà muovere persone e cose con un riflesso istintuale che sia conforme e naturale rispetto alla nuova struttura politica. È però fin troppo evidente che l’attuale momento storico non consente di ipotizzare l’inizio del processo utopico in tempi brevi. Non aleggia oggi, purtroppo, alcuna carica di rivoluzionarietà che preannunci (sia pur vagamente) una qualche epifania. Al tempo di Cristo l’evento era già nell’aria, carico di presagi. Così fu anche prima del 1848, quando s’aggirava per l’Europa lo spettro del proletariato. Attualmente invece nulla (o quantomeno nulla di strettamente quantificabile) lascia presentire una domanda di Utopia, riscontrabile forse in taluni semplicemente come bisogno mentale.
[http://www.utopia.it/utopialibro.htm]