giovedì 30 giugno 2011

Giulio Romano a cura di Lorenzo Bonoldi

Due mesetti fà mi è stato regalato questo piccolo volume monografico su Giulio Pippi detto Giulio Romano. Se Shakespeare nel suo Racconto d'Inverno lo descrive come : "That rare Italian master,Julio Romano" e se aggiungiamo che, è l'unico artista italiano ad essere citato in un'opera del bardo di Stratford-upon-Avon possiamo comprendere la fama raggiunta da questo talento artistico. Ad essere maliziosi , si potrebbe pensare che William amasse tanto il nostro pittore/architetto per i suoi sedici Modi, invenzioni grafiche che mostrano altrettante diverse posizioni sessuali che tanta fama ebbero dal Rinascimento in poi fino ad andare  per lo più perduti ad opera della "sacrosanta morale".Comunque la notorietà  dell'allievo di Raffaello è legata indissolubilmente alle sue opere in Mantova commissionate dalla  famiglia Gonzaga quali Palazzo Te ed i suoi affreschi ( Sala di Amore e Psiche, Sala dei Giganti).
Così lo descrive il poliedrico Giorgio Vasari :"Quando fra il piú de gli uomini si veggono spiriti ingegnosi, che siano affabili e giocondi, con bella gravità in tutta la conversazione loro, e che stupendi e mirabili siano nell'arti che procedono da l'intelletto, si può veramente dire che siano grazie ch'a pochi il ciel largo destina; e possono costoro sopra gli altri andare altieri per la felicità delle parti, di che io ragiono. Percioché tanto può la cortesia de' servigi negli uomini, quanto nelle opere la dottrina delle arti loro. Di queste parti fu talmente dotato dalla natura Giulio Romano, che veramente si poté chiamare erede del graziosissimo Raffaello sí ne' costumi, quanto nella bellezza delle figure nell'arte della pittura; come dimostrano ancora le maravigliose fabbriche fatte da lui e per Roma e per Mantova, le quali non abitazioni di uomini, ma case degli dèi per esempio fatte degli uomini ci appariscono. Né tacer voglio la invenzione della storia di costui nella quale ha mostro d'essere stato raro, e che nessuno l'ab|bia paragonato. E ben posso io sicuramente dire che in questo volume non sia egli secondo a nessuno. Veggonsi i miracoli ne' colori da lui operati, la vaghezza de i quali spira una grazia ferma di bontà e carca di sapienzia ne' suoi scuri e lumi, che talora alienati e vivi si mostrano. Né con piú grazia mai geometra toccò compasso di lui. Tal che se Apelle e Vitruvio fossero vivi nel cospetto degli artefici, si terrebbono vinti dalla maniera di lui che fu sempre anticamente moderna, e modernamente antica. Per il che ben doveva Mantova piagnere, quando la morte gli chiuse gli occhi, i quali furono sempre vaghi di beneficarla, salvandola da le inondazioni dell'acque e magnificandola ne i tanti edifizi, che non piú Mantova, ma nuova Roma si può dire, bontà dello spirito e del valore dello ingegno suo maraviglioso. Il quale di modi nuovi, che abbino quella forma, che leggiadramente si conoschino nella bellezza de gli artefici nostri, piú d'ogni altro valse per arte e per natura.Fu Giulio Romano discepolo del grazioso Raffaello da Urbino, e per la natura di lui mirabile et ingegnosa, meritò piú de gli altri essere amato da Raffaello, che ne tenne gran conto, come quello che di disegno, d'invenzione e di colorito tutti i suoi discepoli avanzò di gran lunga."

Bando alle ciancie.... per descrivere un artista le parole sono vane , le immagini sono tutto.

 Giulio Romano

Banchetto di Amore e Psiche

Sala dei Giganti

Giove seduce Olimpiade

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