sabato 28 maggio 2011

Emile Zola




Fino a tanto che avrete qualche cosa di vostro, e che il vostro livore contro il borghese non proverrà da altro che dal vostro rabbioso bisogno d'essere borghesi a vostra volta, non sarete degni mai della felicità. (da Germinal, traduzione di L. G. Tenconi, Fabbri Editori, 2001)



La scienza ha promesso la felicità? Non credo. Ha promesso la verità, e la questione è sapere se con la verità si farà mai la felicità. (Discorso agli studenti parigini, 18 maggio 1893)

giovedì 26 maggio 2011

Con gli occhi dell'occidente di Joseph Conrad

Russia, primi anni  del novecento. Un'azione dinamitarda uccide un politico zarista reazionario. L'artefice dell'attentato,  in seguito ad una delazione viene impiccato. Da qui si dipana una storia intricatissima se non altro per i "flussi di coscienza" dei personaggi. A dirla tutta, il romanzo non mi è piaciuto. Ma , a posteriori, mi sorge il dubbio che sia stato  "il libro giusto letto nel momento sbagliato". Forse, in un altro periodo un pò meno "stressante" lo avrei maggiormente apprezzato e lo avrei letto con più calma ed attenzione. Conrad , di solito, è associato ai romanzi d'avventura. In questo caso ci troviamo di fronte ad un altro genere che lo scrittore polacco naturalizzato inglese aveva già affrontato in una sua precedente opera intitolata "L'agente segreto" che, del resto, mi aveva maggiormente entusiasmato. L'autore descrive il mondo dei "fuoriusciti" dalla russia zarista , sottolineando continuamente  "l'incomprensibilità" del mondo slavo e la viscosità della sua psicologia. Forse sarà stato questo aspetto a renderlo, almeno ai miei occhi, un po' troppo "oleoso".

martedì 24 maggio 2011

Da "I fiori del male" di Baudelaire


AL LETTORE

La stoltezza, l'errore, il peccato, la grettezza,
empiono i nostri spiriti e travagliano i corpi,
e noi alimentiamo i nostri cari rimorsi
come i mendicanti nutrono i loro insetti.

Peccati ostinati, pentimenti vigliacchi;
le nostre confessioni esigono lauti compensi,
e sulla via melmosa rientriamo contenti,
con vili lacrime illusi di lavare ogni macchia.

........

......

( traduzione di Luciana Frezza)

lunedì 23 maggio 2011

Trilogia del ritorno di Fred Uhlman

"Mi sentivo prima tedesco, poi ebreo." In questa frase, più ancora che nel tema  dell'Olocausto, è racchiuso il fascino dei tre romanzi brevi di Fred Uhlman che nascono dalla tragedia di chi, disperatamente innamorato della Germania e della sua cultura, se ne vide nel 1933 allontanato in nome di una motivazione aberrante come quella razziale. In "L'amico ritrovato" questa lacerazione coincide con la fine di una fortissima amicizia fiorita al liceo di Stoccarda tra due adolescenti: l'ebreo Hans Schwarz, figlio di ricchi borghesi, e il nobile Konradin von Hohenfels. Il nazismo travolge questo legame con la forza di un contagio che sembra colpire anche l'amico prediletto e condurlo al tradimento. La smentita verrà solo trent'anni dopo, dalle righe di un vecchio album di scuola e dall'ultima lettera scritta ad Hans da Konradin, divenuto ufficiale della Wehrmacht e prossimo a essere giustiziato per aver preso parte alla congiura contro Hitler: una confessione che è anche l'appassionato tentativo di spiegare come un popolo intero possa precipitare nella barbarie. Ma per Uhlman quanto è avvenuto non può essere archiviato nel segno consolatorio del ricordo giovanile, e forse proprio per questo la chiave dell'intera Trilogia va considerato "Niente resurrezioni, per favore": il confronto, nella Germania opulenta del dopoguerra, fra l'ebreo emigrato Simon Elsas e i suoi vecchi compagni di scuola non garantirà la riconciliazione, ma la reciproca incomprensione, la colpevole dimenticanza del passato.

giovedì 19 maggio 2011

Apologia di un matematico di G. Hardy

La “vera” matematica dei “veri” matematici, quella di Fermat, di Eulero, di Gauss, di Abel e di Riemann, è quasi totalmente “inutile” (e questo vale sia per la matematica “applicata” sia per la matematica “pura”). Non è possibile giustificare la vita di nessun vero matematico professionista sulla base dell’”utilità” del suo lavoro .... una frase molto "severa" se a dirla è proprio un matematico del calibro di Godfrey Hardy  mentore del forse più geniale Srinivasa Ramanujan.
Naturalmente, la frase va contestualizzata all'intero testo che ad oggi rimane una lettura "obbligata" per chi ama le scienze matematiche.Durante la stesura del post ho scoperto che su Wikipedia c'e' una bella scheda sul saggio del matematico inglese. Chiara ed esaustiva, mi ha aiutato a fare luce su alcuni argomenti  che non avevo ben compreso leggendo il testo di Hardy.

lunedì 16 maggio 2011

Limpide lacrime di F.C.



Lacrimo limpide lacrime
Pensando perduti pensieri
Sognando svaniti sogni
Lacrimo limpide lacrime

Chi ha paura dei classici ? AA.VV.

Nel corso del 2006 i classici BUR hanno viaggiato per l'Italia. La manifestazione "Road Show" ha realizzato una serie di incontri tra libri e giovani lettori: eventi e presentazioni in molte città hanno coinvolto tanti ragazzi e ragazze interessati ai libri e alla cultura, curiosi, divertiti o appassionati che, guidati da Patrizio Roversi, Lella Costa e Fabio Fazio, hanno giocato e dialogato con le pagine scritte. Da questa esperienza è nato un libro singolare, che raccoglie i testi più riusciti scritti da alcuni di quei ragazzi. Un panorama interessante sul mondo giovanile e sul rapporto spontaneo e scanzonato che i giovanissimi sanno creare con i grandi autori del mondo antico.

mercoledì 11 maggio 2011

La Felicità di Trilussa



C'è un'ape che se posa
su un bottone di rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa. 

martedì 10 maggio 2011

I manoscritti del mar Morto di J.Alberto Soggin

Anno 1947. Qumran località presso il Mar Morto. Il caso vuole che vengano rinvenuti alcuni rotoli di papiro contenuti in vasi di terracotta. Questi rotoli insieme ai codici rinvenuti a Nag Hammadi due anni prima avrebbero da lì a poco rivoluzionato l'idea della genesi del Cristianesimo spargendo il dubbio sui "canoni" accettati fino ad allora. Il testo ci introduce a questa scoperta con un linguaggio non specialistico. Partendo dal pensiero ebraico sul finire del primo millennio a.C., Soggin tocca con estrema analiticità tutte le possibili ipotesi per dare un nome alla comunità che custodiva i rotoli, probabilmente gli Esseni. E cosa più interessante l'autore trova forti analogie tra questo gruppo e le future comunità cristiane. Soggin, da buon saggista,  ci dona più domande che risposte. Sicuramente trovare risposte "certe" ad argomenti così densi  non é semplice ....ad ognuno la propria modalità di ricerca !

giovedì 5 maggio 2011

La ragione aveva torto? di M. Fini

Un pamplhet che critica la civiltà tecnologica e pone l'accento sui limiti, le trappole e i devastanti successi del progresso. Si stava meglio quando si stava peggio? La rivoluzione illuminista, quella scientifica e quella tecnologica hanno davvero accresciuto il benessere degli uomini e migliorato la qualità della loro vita? "La Ragione aveva Torto?" affronta i grandi temi della vita sociale ma è anche un racconto di microstoria sulla casa, il cibo, la fatica fisica, i piaceri corporali e morali, il rapporto con l'ambiente naturale così come sono stati vissuti dall'uomo negli ultimi cinque secoli.[dalla quarta di copertina]

mercoledì 4 maggio 2011

Francis Turner di Edgar Lee Masters



I could not run or play in boyhood.
In manhood I could only sip the cup,
Not drink-
For scarlet-fever left my heart diseased.
Yet I lie here
Soothed by a secret none but Mary knows:
There is a garden of acacia,
Catalpa trees, and arbors sweet with vines--
There on that afternoon in June
By Mary's side--
Kissing her with my soul upon my lips
It suddenly took flight.


Io non potevo correre né giocare
quand'ero ragazzo.
Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa,
non bere -
perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Eppure giaccio qui
blandito da un segreto che solo Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe e di pergole addolcite da viti -
là, in quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary -
mentre la baciavo con l'anima sulle labbra,
l'anima d'improvviso mi fuggì.

lunedì 2 maggio 2011

Il giro del mondo in 80 giorni di G.Verne

Riordinando la libreria mi è capitato tra le mani la mia prima lettura infantile. Avrò avuto forse 7 anni quando mia madre acquistò su mia richiesta il : "Giro del mondo in 80 giorni" presso l' UPIM di piazza Loreto a Milano. Non ricordo se lo lessi subito o se aspettai qualche tempo prima di iniziare questa "impegnativa" lettura. Fino ad allora , mi ero interessato solo ai  testi con tante immagini colorate. Quel primo "vero" libro anche se al primo sguardo mi incuriosì, allo stesso tempo mi intimoriva con quell'immenso fiume di parole che conteneva.Ricordo che lo lessi con grande piacere. Mi domandavo continuamente se Fogg con l'aiuto del suo fedele servitore Passepartout avrebbe vinto la scommessa. Devo dire che ci rimasi male quando arrivò all'81° giorno!... ma mi ripresi subito quando Verne "mi spiegò" che in realtà la scommessa era vinta in quanto :"Fogg, senza immaginarselo, aveva guadagnato un giorno sul suo specchietto di marcia unicamente per la ragione che aveva fatto il giro del del mondo andando verso est; ne avrebbe perduto uno se avesse camminato in senso opposto, andando cioè verso ovest.". Devo dire la verità , questa dimostrazione che mi parlava di longitudine, latitudine,gradi, circonferenza terrestre,in quel momento, l'accettai più come "atto di fede". A me interessava solo che il mio eroe avesse vinto la scommessa.