venerdì 24 settembre 2010

Sonetto 116 di William Shakespeare


Non sia mai ch'io metta impedimenti al matrimonio
di due anime fedeli; amore non è amore
se muta quando nell'altro scorge mutamenti,
o se tende a recedere quando l'altro si allontana.
     Oh, no! Esso è termine fisso
che domina le tempeste e non vacilla mai;
esso è la stella di ogni sperduta barca,
il cui potere è ignoto, pur se ne misuriamo l'elevatezza.
     Amore non soggiace al Tempo, anche se labbra
e rosee guance cadranno sotto la sua arcuata falce.
Amore non muta in brevi ore e settimane,
ma impavido resiste sino al giorno del Giudizio.
     Se questo è errore, e sarà contro me provato,
allora io non ho mai scritto, e mai nessuno amato.

giovedì 23 settembre 2010

Moliére di Alfred Simon

Affascinato dall'argomento, dall'edizione 1960, dal nome della collana :"Enciclopedia Popolare Mondadori" , ho acquistato questa biografia critica  del sig. Poquelin alias Moliere. Purtroppo mi ero dimenticato di quanto fossero noiose le critiche letterarie !... nella lettura mi sono perso nei meandri di un bagaglio linguistico molto lontano dal senso comune ma molto vicino ai "bizantinismi". Comunque devo dire che la ricca iconografia, rigorosamente in bianco e nero, utilizzata a profusione nel testo mi ha notevolmente aiutato a sopportare le elucubrazioni "soporifere" dell'autore. A parte le mie considerazione non proprio adulatorie sul testo , devo dire che Moliere deve esser visto... preferibilmente da una comoda poltrona di un teatro in compagnia di chi si ha più a cuore.

lunedì 20 settembre 2010

Shakespeare é davvero morto ? di Mark Twain

Domanda legittima visto che del più famoso drammaturgo di tutti i temi non si sa praticamente nulla !. E quando dico nulla non lo dico per accentuare il "poco" che si ha. Non si hanno ritratti, stampe, lettere autografe,  riferimenti da altri autori, cronache della sua vita.. della sua stessa morte. Diamine!... ancora in vita era considerato, almeno in patria, un "gigante" del teatro e nessuno, ma dico proprio nessuno , ha scritto qualcosa a riguardo del bardo di Stratford.. almeno sul suo funerale ! Twain si fa questa ed altre domande...fino a giungere ad una "curiosa" ma accattivante ipotesi. Shakspeare , altro non era , che Sir Francis Bacon !. Interessante .. no !?!

sabato 11 settembre 2010

La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini

Mi convinco sempre di più che si impari di più da un fallimento piuttosto che da una vittoria.. da un dolore  piuttosto che da una gioia... da una assenza piuttosto che da una presenza. Certo, sembra una visione un pò drastica, l'ammetto !... d'altra parte ognuno di noi giunge alle proprie particolari visioni come diretta conseguenza della propria unicità e delle proprie esperienze. Marianna Ucria diverrà una nobile donna fuori dal coro proprio per una sua "mancanza" fisica... la voce e l'udito. Nel silenzio della propria mente e  , tra una gravidanza e l'altra, tra una una rinuncia e l'altra imparerà la vita. La sofferenza come maestra... alias : " se non mi uccide mi rafforza".  

sabato 4 settembre 2010

La Verità di F.C. ( Settembre 2010)


Ti osservo attentamente.
Ogni tua luce ed ombra analizzo.
Ad un tratto, senza un perchè
mi dici chi sei
Per un attimo mi sembra tutto chiaro,
ma é solo un attimo !
Quel tanto che basta per
capire che non sei tu.

giovedì 2 settembre 2010

Il Signor Giardiniere di FRÉDÉRIC RICHAUD

Ho sempre avuto un debole per i romanzi storici. Per far rivivere con le parole un luogo in un tempo passato non é, a mio avviso, semplice. Il più delle volte , il risultato è un plot senza né capo né coda. Bisogna conoscere a fondo il periodo che si sta "resuscitando", e credo che il signor  Richaud sia un fine conoscitore  di Luigi XIV  e della sua Versailles. Qui si ridà vita a un personaggio realmente esistito, Jean-Baptiste de La Quintinie, che venne nominato dal re Sole "Intendente alle cure dei frutteti e degli orti di Versailles".Il signor giardiniere, che anni prima aveva abbandonato gli studi di legge per dedicarsi all'orticoltura, si "occupava poco dei timori mondani o militari della corte", aveva occhi "soltanto per i semi che reclamavano acqua", ed era stimato e amato per la semplicissima saggezza che aveva ereditato dal mondo che governava, di cui "conosceva ogni pianta, ogni insetto per nome". Ma il suo idillio viene ben presto infranto dalle progressiva consapevolezza della miseria dei contadini che vivevano intorno alla reggia e delle continue morti di operai durante la costruzione della residenza reale, tutte vittime del delirio di onnipotenza del loro sovrano.

mercoledì 1 settembre 2010

Edgar Allan Poe



"Infinito". Questa, come le parole "Dio","Spirito" e alcune altre di cui esistono equivalenti in quasi tutte le lingue,non é l'espressione di un'idea, bensì dello sforzo di formulare un'idea. Essa rappresenta lo sforzo possibile per arrivare a una concezione impossibile. L'uomo aveva bisogno di un termine attraverso il quale segnare la direzione di questo sforzo, la fitta nebbia cui sta, per sempre invisibile l'oggetto di questo sforzo........................... Da questo bisogno ha origine la parola "Infinito", che non rappresenta quindi altro che il pensiero di un pensiero.